È diventato assistente parlamentare dell’eurodeputato Nicola Procaccini, pur avendo sul groppone già un processo per rivelazione di segreto d’ufficio nella vicenda della lottizzazione alla ex Pro Infantia e un arresto risalente al 14 gennaio scorso, nell’ambito di un’operazione eseguita da Carabinieri e Guardia Costiera di Terracina. All’ex vice Sindaco, Pierpaolo Marcuzzi, sono contestati dalla Procura di Latina i reati di falso ideologico in atto pubblico, tentata truffa aggravata e turbativa d’asta commessi al fine di ottenere finanziamenti pubblici stanziati per gli eventi calamitosi che nell’ottobre dell’anno 2018 colpirono il territorio di Terracina e per importi sproporzionati rispetto ai danni riportati dalla tribuna dello stadio.
E prima del secondo arresto avvenuto il 19 luglio nel corso dell’operazione “Free Beach” che, come noto, ha terremotato l’amministrazione Tintari, con il conseguente commissariamento del Comune, Marcuzzi risultava accusato dalla Procura di falso ideologico in atto pubblico, tentata truffa aggravata, turbativa d’asta e induzione indebita a dare o promettere utilità a fini elettorali.
Poi, come detto, il 19 luglio la nuova accusa di corruzione e il secondo arresto. Secondo gli inquirenti, Marcuzzi, in cambio di informazioni per l’affidamento di un tratto di un arenile, si sarebbe fatto promettere voti per le elezioni amministrative dall’imprenditore Giampiero La Rocca detto “Miciotta”. “Vota Marcuzzi, vota Marcuzzi…sto in cerca di voti devo fare il consigliere comunale, anche tu inizia a fare un po’ di campagna elettorale che qua mi servono i voti”, diceva insistentemente (intercettato al telefono) all’imprenditore La Rocca il quale, di fatto, ha gestito per anni, la concessione balneare del “Sicilia Beach” per interposta persona.
Successivamente, come era capitato dopo l’arresto di gennaio, a Marcuzzi è stata revocata la misura cautelare dei domiciliari. In sintesi: la prima volta la misura è stata revocata per scadenza dei termini; la seconda volta perché l’accusa mossa dalla Procura a gennaio era simile a quella di luglio e, soprattutto, nel frattempo, Marcuzzi ha dismesso qualsiasi incarico nell’amministrazione tanto da non far sussistere più alcuna misura in merito a inquinamento probatorio e reiterazione del reato.
Marcuzzi, insomma, è un uomo libero, non destinatario di alcuna restrizione della libertà e può andare ovunque. Questo è pacifico. Per di più, vederlo in prima fila a fare da sponsor politico a Giorgia Meloni per le Elezioni del 25 settembre che potrebbero incoronare Meloni premier, a quanto pare, pare non imbarazzi nessuno dalle parti di Fratelli d’Italia.
Né tantomeno il partito locale che esibisce sulla sua pagina Facebook una bella foto di gruppo con al centro Pierpaolo Marcuzzi, militante con tanto di cappello di partito, sotto la scritta “Pronti a risollevare l’Italia” e il simbolo di Fratelli d’Italia e il nome della leader Giorgia Meloni.
Una Meloni che, in effetti, ha schivato la candidatura dal suo collegio uninominale di Latina (dove nel 2018 aveva vinto la partita persino con i cannibali dell’epoca, i Cinque Stelle), forse per evitare l’imbarazzo che qualcuno le ricordasse Pasquale Maietta, le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia e il suo endorsement al cosiddetto modello Terracina prima degli arresti di sindaco (la cui misura cautelare è stata revocata) e altri esponenti, e sopratutto prima che fosse pubblico il coinvolgimento nell’indagine “Free Beach” del suo ex collaboratore stretto Nicola Procaccini, ad oggi, come noto, euro-parlamentare, soprattutto Sindaco dal 2011 al 2019 di Terracina, e leader incontrastato a Terracina per Fratelli d’Italia
Eppure, non tanta è stata l’accortezza per Meloni e Fratelli d’Italia o forse è stato solo un caso quello di aver evitato candidature in luoghi scomodi. Infatti, al primo appuntamento con il gazebo di Fratelli d’Italia Terracina, proprio nel suo feudo elettorale di Borgo Hermada, c’era, come detto, a tirare la volata, l’ex vice sindaco Pierpaolo Marcuzzi, pluri-indagato e già a processo. Evidentemente un militante tanto prezioso da rientrare anche nella “photo (in)opportunity” del partito di Giorgia Meloni.