“Bisogna rinnovare i programmi del
centrodestra: dobbiamo prestare attenzione ai 5 milioni di
italiani che sono sotto la soglia di poverta’, serve un grande
piano per recuperare chi e’ rimasto indietro, serve un grande
programma politico per prendere per mano gli ultimi della fila e
metterli assieme ai primi, in un grande patto sociale ed
economico, nazionale per far ripartire l’Italia, cosa che Renzi
ha solo promesso e non ha fatto”. Lo dice il presidente della
Regione Liguria, Giovanni Toti, commentando il ridimensionamento
del ruolo di Stefano Parisi arrivato nei giorni scorsi da Silvio
Berlusconi. “Da qua riparte il centrodestra- prosegue Toti- tutto
il resto sono chiacchiere: qualche sgomitata e qualche rivalita’
in campagna elettorale ci sta: se le rivalita’ sono costruttive,
in un confronto che chiami a pronunciarsi i cittadini, gli
amministratori e i dirigenti, ben vengano”.
In quest’ottica, dunque, viene visto anche il ruolo di Parisi:
“Se qualcuno vuole dare contributo- riprende il governatore
ligure- ben venga purche’ quel contributo non distrugga quanto
costruito in molti anni di impegno di Berlusconi e in molte
esperienze come quelle delle tre regioni che vedono i tre
governatori uniti in un’alleanza amministrativa importante”. Per
Toti, infatti, “il centrodestra parte dalle esperienze che
esistono, parte dalla Liguria dove governiamo bene da piu’ di un
anno, parte dalla Lombardia, dal Veneto, dalle forze che da
sempre, nell’intuizione di Berlusconi, compongono il
centrodestra: Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia”. Nel
presente del centrodestra, conclude il governatore ligure, c’e’
“una classe dirigente che oggi sta in Parlamento e che
continuera’ a esistere perche’ abbiamo moltissimi amministratori
capaci, con un’eta’ medio-bassa che vuol dire rinnovamento ma non
rottamazione”.