L’ordinanza del commissario straordinario per l’emergenza peste suina, Angelo Ferrari, riguardante Roma è l’annuncio del tragico finale di un caso montato da chi con la “demonizzazione” dei cinghiali forse mira anche ad aumentare il proprio bacino elettorale composto anche da agricoltori, allevatori, cacciatori. E a uso di quest’ultima categoria abbiamo assistito negli anni al ripopolamento di cinghiali, tra l’altro con specie non autoctone. Così l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa).
Che il non corretto smaltimento dei rifiuti in alcune zone di Roma sia l’unica causa dell’arrivo degli ungulati nell’abitato lo dimostra quel che avviene nella zona di Ostia Antica, Axa, Casal Palocco, Infernetto. Questi quartieri, adiacenti alla Tenuta presidenziale di Castelporziano dove vive una sostanziosa popolazione di cinghiali, non hanno i problemi che si stanno manifestando a Roma Nord. Il motivo è semplice: da tempo lo smaltimento dei rifiuti nel Municipio Roma 10 funziona con il “porta a porta”.
«Molti cittadini ci stanno chiamando chiedendoci di dare voce ai cinghiali, ritenendo che la loro colpevolizzazione sia ingiustificata e che la vera colpa sia solo l’inefficiente gestione dello smaltimento dei rifiuti in limitati quadranti di Roma, quelli dove ancora montagne d’immondizia giacciono nelle strade», commenta la delegata dell’Oipa di Roma, Rita Corboli. «Spiace inoltre constatare come oggi il sindaco Gualtieri preannunci gli abbattimenti senza avere consultato le associazioni protezionistiche. Eppure, in campagna elettorale ci convocò promettendoci di essere ascoltati su questioni riguardanti gli animali. Abbiamo chiesto di essere auditi da lui, dalla Regione e dal Commissario straordinario ma non abbiamo avuto risposta.
L’Oipa sottolinea come la politica degli abbattimenti sia irrazionale e solo una soluzione frettolosa e non etica. «È invocata anche dall’assessore all’Ambiente Alfonsi, che sul tema ha dichiarato che la presenza dei cinghiali non è legata al problema rifiuti negando l’evidenza», prosegue Corboli. «La presenza dei cinghiali in ambito urbano si è evidenziato con il problema della raccolta dei rifiuti, con questa e con la precedente amministrazione, i romani lo sanno bene e non si fanno prendere in giro». (Ascolta la dichiarazione dell’assessore Alfonsi qui dal minuto 6,56).
L’Oipa, contraria a qualsiasi metodo di uccisione, valuterà la possibilità d’impugnare l’ordinanza, anche alla luce di quanto affermano i ricercatori e, nel caso si voglia ricorrere ai cacciatori, ricorda che un parere chiesto agli esperti dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) afferma: “la caccia non è uno strumento efficace per ridurre le dimensioni della popolazione di cinghiali selvatici in Europa”. Inoltre l’Ispra nelle sue indicazioni afferma che è importante sospendere qualsiasi tipo di attività venatoria nella zona infetta da Peste suina africana poiché si tratta di “attività che comportano un duplice rischio: la movimentazione di cinghiali potenzialmente infetti sul territorio, soprattutto conseguente al ricorso di tecniche che utilizzano i cani, e la diffusione involontaria del virus attraverso calzature, indumenti, attrezzature e veicoli”.
I commenti non sono chiusi.