“L’ospedale Dono Svizzero versa in una condizione vergognosa per colpa delle scelte irresponsabili del direttore Casati. Ciò che sta avvenendo nel secondo nosocomio della provincia è indegno di un Paese civile ed è irrispettoso della dignità delle persone e dei diritti dei malati. In questi ultimi giorni sono stati chiusi due reparti e vi sono oltre una decina di operatori sanitari contagiati. Abbiamo una Medicina d’urgenza completamente dedicata ai casi Covid e al momento con zero posti letto riservati all’attività ordinaria, cosa inaccettabile per un Dea di I livello. Come se non bastasse andiamo incontro a ricadute negative sull’attività ordinaria, dal blocco degli interventi alle sale operatorie sospese. Comprendo e condivido quindi la posizione del sindaco Villa che in una nota al vertice dell’Asl ha sottolineato le tante, troppe criticità presenti nell’ospedale. Lo stato confusionale della direzione aziendale è sotto gli occhi di tutti. Casati durante tutta la gestione dell’emergenza sanitaria ha manifestato incoerenza nelle sue scelte, spesso contraddittorie. Solo a maggio lo stesso direttore generale aveva espresso al sindaco di Gaeta il suo disappunto sull’eventualità di individuare anche il Dono Svizzero come ospedale Covid, non avendone le caratteristiche tecniche idonee per tale destinazione. Il manager affermava come ‘il Goretti è l’unico ospedale della Provincia dotato di una unità di Malattie Infettive, che assieme alla possibilità tecnica di destinare posti letto di terapia intensiva dedicati al Covid, era la condizione essenziale per identificare una struttura ospedaliera come Covid’. Per non parlare del fatto che Casati sosteneva che ‘la terapia intensiva di Formia non aveva le condizioni tecniche per dedicare posti letto a Covid se non creando problemi di commistione di pazienti’. Le conclusioni portavano a definire il nosocomio di Formia non idoneo per essere inserito nella rete degli ospedali Covid. Appena sei medi dopo, senza che venissero apportati gli opportuni adeguamenti sulla struttura, necessari a poter ospitare i malati affetti dal virus, il Dono Svizzero è stato classificato come Covid Hospital con sei posti letto. Ci siamo chiesti, come è stato possibile un cambio di linea in assenza di percorsi differenziati, all’interno del Dono Svizzero, volti a scongiurare il rischio contagio tra i pazienti affetti da Covid-19 e gli altri. Avevamo riscontrato l’evidente assenza di percorsi protetti e dedicati, distinti e separati dai percorsi puliti. Gli stessi utenti segnalavano e denunciavano la promiscuità tra pazienti Covid e no Covid, che si ritrovano negli “stessi identici passaggi” e negli “stessi identici corridoi”. Eppure l’Asl non è stata capace di separare i pazienti Covid dai malati per altre patologie. Peraltro su questa situazione di estrema emergenza sono state presentate due interrogazioni all’assessore D’Amato e non abbiamo ricevuto risposte soddisfacenti. Purtroppo siamo stati facili profeti, il quadro che si sta delineando sulle condizioni dell’ospedale è terrificante. Ci chiediamo, ne è valsa la pena? Non era prevedibile uno scenario simile con operatori sanitari contagiati e reparti chiusi? L’Asl non avrebbe dovuto immaginare le ripercussioni negative sull’attività ordinaria con interventi chirurgici bloccati e sale operatorie sospese? Casati ha sulla sua coscienza il caos sanitario esistente sul golfo di Gaeta. E’ lui l’unico responsabile dello scempio avvenuto nell’ospedale di Formia. Se avesse un minimo di dignità dovrebbe dimettersi dall’incarico e chiedere scusa ai cittadini di un comprensorio penalizzati da un’inefficienza sanitaria senza precedenti”.
Lo dichiara in una nota Giuseppe Simeone, capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale del Lazio e presidente della commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria e welfare