giovedì 19 Settembre 2024,
Ho avuto modo di visitare questa mattina il carcere di via Aspromonte a Latina, una struttura che definire inadeguata è un eufemismo.
Realizzato per ospitare 80 detenuti, nel corso degli anni è seguendo la scia del cronico affollamento delle carceri italiane, oggi ne conta quasi il doppio, oltre ad una sezione di massima sicurezza riservata alle donne.
Un penitenziario che, considerate le sue precarie condizioni infrastrutturali e igienico sanitarie, non risponde più ad alcun parametro nazionale e internazionale per una corretta, umana e civile rieducazione del detenuto.
Al visitatore è immediata non solo l’inadeguatezza della struttura edilizia, ma anche la sproporzione tra reclusi e agenti di Polizia Penitenziaria, questi ultimi perennemente sotto organico e costretti a turni di servizio massacranti e mal retribuiti.
Ritengo, inoltre, che il carcere di Latina non sia più neanche adatto sotto il profilo della sua ubicazione: è posto al centro della città.
Il che pone ulteriori e grossi limiti per la sua regolare amministrazione.
Per queste ragioni si potrebbe iniziare seriamente a pensare a una sua delocalizzazione, restituendo alla città di Latina uno spazio importante per allocarvi servizi strategici rivolti alla comunità.
Termino con un plauso per il lavoro svolto dalla direttrice del penitenziario Nadia Fontana e dal personale quotidianamente impegnato nella gestione di un servizio fondamentale per una giusta convivenza civile.
On. Gina Cetrone
Consigliere regionale Fratelli d’Italia
