“Ancora una volta il Partito liberale
italiano si dimostra, nella struttura e nelle metodologie di
lavoro e di selezione della classe dirigente solo un lontanissimo
cugino del glorioso Pli di Malagodi, Zanone e Altissimo. La
pretestuosa quanto inaspettata nomina di Andrea Bernaudo a
responsabile per la citta’ metropolitana di Roma, giunta senza
che la presidenza e la segreteria romana del Pli ne sapessero
nulla, conferma la necessita’ di un rinnovamento totale di questa
dirigenza che, negli anni, ha permesso l’allontanamento
progressivo di personalita’ di indubbia caratura come Renato
Altissimo, Enrico Musso, Attilio Bastianini, Enzo Palumbo,
Daniele Toto e Ivan Catalano”. A dichiararlo e’ il Vicesegretario
vicario del Pli di Roma, Simone Santucci.
“Non contesto il profilo di Bernaudo, personalita’ seria e
valida, ma la modalita’ con la quale la nomina e’ avvenuta. E’
inammissibile che, a dibattito congressuale iniziato, la
segreteria regionale e provinciale abbiano ritenuto di creare
ex-novo una carica del genere senza interpellare la presidenza
romana del partito, artefice di un successo elettorale che ha
visto il Pli romano balzare dagli 800 voti del 2013 ai circa
11.000 delle amministrative scorse” conclude Santucci.