Revisione del prontuario farmaceutico, introduzione dei costi standard, ridefinizione dei piani di rientro dal debito, medico di famiglia multi professionale, turnover per lo svecchiamento del personale medico. Sono questi – secondo quanto si legge nel ‘Sole 24 ore sanità’ – alcuni dei punti al centro del Patto per la salute su cui i dieci gruppi di lavoro, costituiti prima dell’estate, sono all’opera e i cui risultati sono stati presentati oggi ai presidenti delle Regioni. La volontà è quella di arrivare a scrivere il nuovo Patto per la salute entro Natale. L’obiettivo è di spendere le risorse per la sanità, fissate a 109,9 miliardi per il 2014 migliorando servizi e prestazioni. Dai piani di rientro, all’edilizia sanitaria, dallo sblocco del turnover, alla rete ospedaliera, dall’assistenza farmaceutica fino ai livelli essenziali di assistenza: tutto questo dovrebbe contenere il nuovo documento, per discutere il quale nei prossimi giorni i governatori dovrebbero incontrare il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.
Fabbisogni e costi standard – secondo quanto si apprende – dovranno essere definiti ogni anno dai ministeri della Salute e dell’Economia d’intesa con la Conferenza Stato Regioni. Le percentuali di assegnazioni sono del 5% per la prevenzione, del 51% per l’assistenza distrettuale e del 44% per quella ospedaliera, ma dal 2014 saranno rideterminate sulla base dei risultati raggiunti da tutte le Regioni senza piani di rientro dal deficit sanitario.
In campo farmaceutico si prevedrebbe l’efficientamento della spesa attraverso la trasformazione del mercato da monopolistico a concorrenziale, approfittando di importanti scadenze di brevetti in arrivo. In materia di protesi e ausili, con il nuovo nomenclatore tariffario, dovrebbero essere ridefiniti i prodotti che possono essere sottoposti a procedure pubbliche di acquisto. Nell’ambito dell’assistenza ospedaliera,si dovrebbe raggiungere, con gradualità, l’obiettivo dei 3,7 posti letto per mille abitanti. In ambito di nuove assunzioni, il Patto per la salute dovrà indicare gli strumenti a livello di disciplina concorsuale per regolare ingresso e fuoriuscita dal sistema. Infine, i piani di rientro, dovranno essere focalizzati su pochi, grandi obiettivi strategici – riassetto della rete ospedaliera, implementazioni delle centrali di acquisto, turnover del personale – che vincolino le Regioni al raggiungimento di obiettivi facilmente misurabili senza l’ appesantimento, come oggi, di troppi oneri burocratici.