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Terracina. “Disabilità: un Mare Minore”

scritto da Redazione
Terracina. “Disabilità: un Mare Minore”

Già dalla campagna elettorale delle ultime amministrative, “la Città del possibile” ha fatto delle problematiche riferite l’inclusività, come la condizione della disabilità, uno degli aspetti su cui concentrare la propria attenzione.

Infatti, subito dopo l’insediamento della Giunta di Francesco Giannetti Sindaco, si è cercato di portare avanti con l’Amministrazione un tema già compromesso a partire dalla stagione balneare 2020, anno in cui fu indetto il bando per il rinnovo delle concessioni balneari scadute e relative ai lidi comunali. Rinnovi che, come sappiamo, non ci sono stati per una serie di circostanze sia giudiziarie che amministrative, oltre a causa di requisiti sempre più stringenti, che hanno costretto persino chi già collaborava con associazioni locali di persone diversamente abili, a rinunciare all’accoglienza delle persone con disabilità.

Da non dimenticare la fallimentare gestione, nella stagione balneare del 2021, dei lidi comunali da parte dell’Azienda Speciale che si rivelò nefasta sotto diversi aspetti.

Le conseguenze di tutti questi avvenimenti hanno reso impossibile alle persone con disabilità di poter continuare a fruire delle spiagge a loro riservate.

La stagione balneare del 2023, gestita dall’Amministrazione Giannetti, non fu meno critica di quelle che l’hanno preceduta ed a nulla sono valsi tutti i tentativi da parte de “la Città del possibile”, di riuscire a trovare un punto di incontro con le Istituzioni anche al fine di evitare che l’Ente incorresse in una condanna per condotta discriminatoria, dovuta ad un’azione legale proposta da una persona in condizione di disabilità grave. Furono così realizzati interventi solo su due lidi comunali, piuttosto arrangiati e solo il mese di agosto, a seguito di proteste espresse attraverso il coinvolgimento di stampa e TV locali.

Rispetto alla stagione balneare 2024, le cose non sono cambiate di una virgola. Nel corso di un incontro convocato dall’Amministrazione a cui abbiamo partecipato, ci venne illustrato un progetto relativo a quelli che sarebbero stati gli allestimenti per rendere fruibili, ai diversamente abili, cinque dei lidi comunali.

Il tutto ci parve un segno di buona volontà ma tutte quelle promesse, ad oggi, sono state disattese e, per l’ennesima volta, ci troviamo davanti ad un’Amministrazione che denota inciviltà, insensibilità ed inadempienza.

Nel frattempo, ancor prima della pronuncia del Consiglio di Stato di questi ultimi giorni, sono state rinnovate tutte le concessioni balneari in essere fino al 31/12/2023 per il 2024, permettendo di erogare un servizio di balneazione destinato a tutti tranne che ai portatori di sensibilità specifiche come, ad esempio, le persone in condizione di disabilità.

Se è vero che “accessibilità” non significa, strettamente, inclusività è altrettanto vero che una città accessibile diventa, di conseguenza, una città inclusiva; sappiamo tutti che la nostra città non lo è sotto diversi aspetti, uno in particolare è proprio quello di non rendere fruibili tutti gli arenili, siano essi riservati o comunali, non solo alle persone in condizione di disabilità, ma ogni altra persona che vive in condizione di minoranza perchè portatrice di specifiche sensibilità: donne, bambini, anziani, ecc.

Terracina, a causa di Amministrazioni che si sono succedute almeno negli ultimi due decenni, non si presenta ancora come una città accessibile ed inclusiva.

Per renderla tale sarebbe necessario sviluppare un programma con interventi che tenessero conto di diversi aspetti: la sicurezza ed il benessere socio-sanitario, la mobilità sostenibile, la progettazione urbanistica, oltre ad una efficace gestione del welfare. Solo per citarne alcuni.

Noi viviamo in una città dove le persone in condizione di disabilità, sono state costrette a rassegnarsi alla mancanza di un trasporto pubblico adeguato alle loro esigenze; a rassegnarsi alla presenza di infinite barriere architettoniche che fanno diventare un calvario anche la più semplice delle passeggiate ed ora sembra che debbano rassegnarsi anche ad accettare che, chi vive nella loro condizione o in qualunque condizione di difficoltà – siano essi cittadini residenti o turisti – al mare non ci possano andare.

Anche chi ha la possibilità di poter trascorrere l’estate in un arenile riservato non è più agevolato di chi preferisce una spiaggia libera poiché neppure gli stabilimenti balneari sono attrezzati ad accogliere le persone con disabilità. Sembra siano sufficienti dei “campanelli”, mediante i quali avvisare che un diversamente abile vuole accedere allo stabilimento e vederli trasportare, attraverso scale impervie, da persone non adatte a tale assistenza e con il rischio di incorrere in conseguenze gravi. In ogni caso, una volta superato l’ostacolo della rampa di scale, spesso il disabile vive una sorta di morte civile perché, quasi mai, riesce a raggiungere la battigia.

In tutto questo delirio, ci ritroviamo con un’Amministrazione che esprime, anche attraverso la stampa, il vanto nonché il proprio compiacimento, per aver ottenuto per il decimo anno consecutivo la prestigiosa “Bandiera Blu”.

Tutto ciò non è più tollerabile. Non si può più pensare di gestire questa problematica strettamente a ridosso della stagione balneare o in occasione di manifestazioni che richiedano la realizzazione degli interventi necessari, arrangiati alla bene o meglio, e non escludiamo la possibilità di organizzare una protesta finalizzata a richiamare l’Amministrazione alle sue responsabilità.

Tutto ciò sta diventando una triste storia, raccontata da persone che vivono una condizione di minoranza, specie quelle con disabilità, che parla di una sofferenza gratuita provocata a chi già viene messo duramente alla prova dalla vita.

Un ulteriore nostro impegno sarà di creare, all’interno dello Statuto Comunale, la Consulta per le disabilità con l’intento di avere sempre un focus preciso su tale condizione e trovare soluzioni volte a migliorare la qualità della vita dei disabili in questa città.

Antonella Saccoccia

per “la Città del Possibile”

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