domenica 08 Settembre 2024,

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Terracina. Il sabato nel villaggio terracinese. “C’era una volta la Festa del Mare”

scritto da Redazione
Terracina. Il sabato nel villaggio terracinese.  “C’era una volta la Festa del Mare”

E’ tradizione che nella terza settimana di luglio Terracina organizzi un appuntamento importante di fede religiosa e ritualità popolare come la Festa del Mare dedicata alla “Madonna del Carmelo”, tutrice della locale marineria ma anche di tutti i credenti.

Una ricorrenza che prese l’avvio con il ritorno a Terracina di Monsignor Di Manno reduce da un viaggio a Budapest, dove rimase impressionato da una processione che si svolgeva in barca sul Danubio.

Ne fu talmente colpito, che alla fine degli anni ‘30, con la costituzione della flotta di pescherecci, la “Madonna del Carmine” fece il suo primo viaggio per mare. Appuntamento annuale che terminò a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale, con le paranze terracinesi requisite dal governo mussoliniano e utilizzate come dragamine.

Nel dopo guerra la tradizione di portare per mare la “Madonna del Carmine” riprese vigore e diventò sempre più una tradizione religiosa ma anche un appuntamento turistico di primo piano nelle stagioni estive che seguirono, tanto da far giungere in città migliaia di fedeli e turisti.

Fino a qualche anno fa all’evento partecipavano non meno di 30 paranze pavesate a festa e la navigazione nel golfo terracinese copriva quattro o cinque miglia per poi far ritorno in porto sotto la fantasmagoria dei fuochi d’artificio.

Senza voler alimentare polemiche sterili, la Festa del Mare dedicata alla “Madonna del Carmelo” nel corso degli ultimi anni ha perso molto della sua originalità.

Lo si deve dire chiaramente e senza offesa per nessuno: la festa è rimasta ferma, bloccata a se stessa, e non vi è stata alcuna novità di cambiamento, un’idea nuova e originale che ne potesse alimentare il mito.

In più la flotta dei pescherecci tra le più numerose ed importanti della costa laziale è andata quasi in disarmo, tanto quanto il disinteresse delle giovani generazioni verso il culto della “Madonna del Carmelo”.

C’è inoltre da dire che Terracina, nel frattempo, diventava la migliore piazza per il “beverage” della provincia pontina: il luogo delle terze e quarte case realizzate in ogni dove senza un’adeguata pianificazione e un serio controllo del territorio. Una città con l’arredo urbano ridotto ai minimi termini, la spiaggia di Ponente una pietraia informe e le strade tutte o quasi colabrodo, senza un teatro, una biblioteca, senza iniziative culturali e sociali per i suoi tanti giovani.

E forse anche a causa di questo deserto sociale e culturale che si registra in maniera chiara e incontrovertibile, è maturato il declino di una delle feste più belle e coinvolgenti.

Non ci resta, in conclusione, che pregare con devozione cristiana la “Madonna del Carmine”, affinché possa operare il miracolo di restituirci una Festa e una Città all’altezza della sua tradizione.

W la Bella!

e.

P.S. Questo intervento non vuole porsi sulla scia della facile critica nei confronti di chi oggi dirige dal “palazzo” gli affari della collettività, e neanche verso i benemeriti organizzatori degli festa della “Madonna del Carmelo”, ma vuole guardare in faccia ad uno dei tanti problemi che attanagliano Terracina.

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