venerdì 22 Novembre 2024,

Sanità

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2014 Anno europeo cervello, alleanza globale sfida malattie

scritto da Redazione
2014 Anno europeo cervello, alleanza globale sfida malattie

Creare un”alleanza globale’ che metta a frutto, in un network internazionale, le competenze di ricercatori di diversi paesi nella sfida per la lotta alle malattie del cervello, anche al fine di un utilizzo più mirato dei fondi per la ricerca. Con questo obiettivo si apre a Barcellona il summit ‘Brai.ns’ nell’ambito dell’Anno Europeo del cervello, proclamato per il 2014 dal Parlamento Ue.
Con la partecipazione di 450 esperti da tutto il mondo, il meeting punterà a definire le strategie di intervento contro le malattie neurodegenerative a partire da una delle patologie più invalidanti, la sclerosi multipla (sm). Sullo sfondo, la priorità indicata dal Parlamento europeo con l’iniziativa dell’Anno del cervello: sensibilizzare i cittadini circa l’importanza della ricerca per migliorare le condizioni dei pazienti con patologie neurologiche e delle loro famiglie.
La novità di questo meeting – spiega Giancarlo Comi, direttore del dipartimento di Neurologia e dell’Istituto di Neurologia sperimentale del San Raffaele di Milano – è che spunta  ad individuare delle priorità di ricerca condivise sulla cui base formulare progetti precisi per i quali richiedere finanziamenti, avendo appunto come quadro l’Europa, che supporta il grande progetto Human Brain Project” con un fondo di un mld di euro nell’arco di dieci anni. C’è, in altri termini, un ‘cambio di passo’: ”L’idea – chiarisce Comi – è di non andare più ‘in ordine sparso’, bensì di mettere insieme risorse e ricercatori. Questo è il messaggio che viene dall’Europa”.
A Barcellona, dunque, si individueranno le ‘strategie’ di lotta, con un’attenzione particolare alla sm: ”Si tratta – rileva Comi – di una malattia di grande impatto sociale, e che è quindi ‘nel mirino”’. Per la sm, la grande sfida è ora quella di realizzare ”terapie sempre più personalizzate, usando al meglio i nuovi farmaci: si arriva a ciò – spiega Comi – utilizzando marcatori biologici allo studio che ‘predicono’ come la malattia si evolverà permettendo, così, di individuare la terapia migliore”. Un ‘modello’, questo, afferma l’esperto, ”che si punta ad estendere anche ad altri gravi patologie come l’Alzheimer e il Parkinson”. Altra priorità di cui si discuterà sono poi gli studi che utilizzano le cellule staminali, come lo studio Mesems che ha iniziato la fase tre sull’uomo e impiega staminali mesenchimali per il trattamento della sm. Ma si farà il punto pure sulle nuove ricerche che puntano all’impiego terapeutico contro la sm delle staminali neuronali. La sm, insomma, sottolinea Comi, ”potrà servire come chiave di comprensione anche per altre malattie”, perchè proprio le patologie neurodegenerative ”rappresentano uno dei grandi flagelli del mondo moderno e sono in costante aumento, di pari passo con l’invecchiamento della popolazione”. Oggi però, sottolinea, ”siamo ancora in gran parte privi di terapie in grado di influenzare la progressione di tali malattie, anche seè in atto una ‘rivoluzione’ che punta a nuove tecniche di genetica e neuroimaging. Una rivoluzione che è la premessa per una individuazione di nuove e più efficaci cure”. Il summit di Barcellona, commenta il neurologo Nicola De Stefano dell’Università di Siena, ”sarà quindi l’occasione per stringere una”alleanza globale’ per la ricerca, creando le migliori condizioni perchè a livello internazionale si lavori con un indirizzo condiviso e, dunque, senza sprechi di risorse”.

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