sabato 23 Novembre 2024,

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24 sigle insieme per ricostruire la casa comune della Destra Unita

scritto da Redazione
24 sigle insieme per ricostruire la casa comune della Destra Unita

Creare, attraverso la Fondazione Alleanza Nazionale, un contenitore, “una casa comune” che possa riunire tutta la destra “diffusa e dispersa“. È il progetto per una Destra italiana, “Nuova, vera, unita“, presentato oggi da 24 sigle riunite attorno alla piattaforma web forumdestra.it, in occasione di un seminario da loro organizzato presso la storica sede di Palazzo Wedekind a Piazza Colonna. Il progetto – a cui oggi queste sigle vogliono dar seguito – è stato lanciato lo scorso 28 maggio a Roma, in occasione della conferenza dal titolo ‘Una destra per la Terza Repubblica‘. L’obiettivo è quello di sottoscrivere un Appello e un Patto per raccogliere, attorno a regole e procedure condivise, tutte le Associazioni della Destra diffusa. “Tutte queste realtà devono trovare una casa comune“, ha spiegato l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, nell’ambito della quale “riusciranno fuori anche le leadership tra i giovani, come è successo con Matteo Renzi, che senza le primarie o il Pd non sarebbe mai uscito fuori. Oggi qui ci sono 24 sigle da ogni parte d’Italia per dare un segnale chiaro sulla riunificazione della destra. Abbiamo bisogno di una destra forte, grande, unita, per non essere schiacciati nell’abbraccio mortale tra Salvini e Berlusconi. Il centrodestra non è vincente se non ha una destra che riesce a raccogliere tutte le vecchie energie di Alleanza nazionale e mettere insieme anche i giovani che sono nati in questi anni attraverso l’esperienza nei consigli comunali e regionali“. Il punto di riferimento è “il prossimo 3 ottobre – ha affermato Alemanno – quando ci sarà l’assemblea degli iscritti della Fondazione di Alleanza nazionale“. In quell’occasione si deciderà se la Fondazione “continuerà ad essere un museo” o se promuoverà la costruzione di “un grande contenitore che sia in grado di richiamare tutto il popolo della destra a una vera unità“.
Per quanto riguarda il “tesoretto” della Fondazione, costituito da risorse economiche e beni immobili, dovrà “servire a fare politica – ha assicurato Alemanno – Soprattutto le sedi, sparse in tutto il territorio nazionale. Quando si sciolse An, la Fondazione fu fatta proprio come scialuppa di salvataggio per la destra. Oggi che la destra e’ dispersa, questa ancora di salvezza deve essere messa in mare, per permettere a tutto un popolo di trovarsi. Queste risorse poi, se si crea una realtà politica con delle regole, saranno messe ancora più in trasparenza nel loro utilizzo, ancora più di oggi“. Per Alemanno, “deve nascere qualcosa di nuovo, che vada anche oltre An, ma devono decidere tutte le parti insieme“. Tra gli interlocutori politici, “ovviamente Fdi è fondamentale. Noi dobbiamo raccogliere tutte le energie della destra, questo è il nostro progetto politico“. Anche “Matteo Salvini può essere un interlocutore – ha aggiunto Isabella Rautiabbiamo battaglie in comune, come quella sulle politiche immigratorie, ma risolva alcune contraddizioni“. Per quanto riguarda invece Gianfranco Fini, “ha scelto di stare un passo indietro – ha spiegato ancora Alemanno – perché si rende conto che la sua esperienza è stata divisiva“.
Sono cinque i punti fondamentali del ‘Manifesto’ di questo nuovo progetto politico: il primo è la “centralità della nazione, oggi ci vuole disperatamente una nuova sovranità nazionale, senza la quale non si va da nessuna parte; poi il senso dello Stato, ci vuole uno Stato forte, in grado di garantire la sicurezza dei cittadini a livello nazionale ed internazionale; poi una solidarietà comunitaria, che abbia il coraggio di mettere prima gli italiani e poi gli altri nella scala della solidarietà; quarto punto, quello relativo al lavoro italiano, che dobbiamo difendere dall’aggressione della globalizzazione e, infine, i valori non negoziabili:la famiglia, la vita dal concepimento fino alla morte naturale. Sono temi su cui non si può negoziare – ha concluso Alemanno – e su cui bisogna fare una grande battaglia di civiltà contro l’ideologia gender“.

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