D. Sig.ra Cetrone, allora ha deciso se scende in campo per le amministrative del 2016?
R. Devo riconoscere che a oggi non ho ancora deciso, ma è chiaro che perdurando il quadro atomizzato che stiano osservando in questi mesi, penso che nel brevissimo periodo dovrò adottare una decisione in merito.
Devo anche dirle che, rispetto a questo percorso, non sono stata con le mani in mano.
Ho incontrato tanti cittadini, associazioni, parti politiche importanti del firmamento del centro destra provinciale, regionale e nazionale.
Invece di andare al mare o a fare tuffi dagli scogli, ho approfondito i temi importanti che Terracina ha sul tappeto della discussione politica e amministrativa.
A iniziare da quello del bilancio, un fardello che continuerà a essere pesante per ancora diverso tempo e del quale ci dobbiamo preoccupare e contestualmente trovare nuove vie di uscita dalla grande montagna di debiti.
Ho letto poi l’ultimo approvato dalla commissaria Ocello, dove ho trovato un grande lavoro ragioneristico degli uffici comunali e qualche pecca, anche grave, per quanto riguarda la gestione politica.
Come ad esempio i solitari 400 mila euro di entrate degli oneri concessori.
Allora mi sono chiesta: ma se le opere pubbliche sono finanziate con questi oneri, il misero dato economico posto in bilancio non può significare altro che gli ex amministratori hanno trascurando, di fatto, l’attività degli uffici urbanistici del Comune, continuato a spendere oltre il dovuto e creando un buco in bilancio.
Ecco forse spiegato il motivo che ha indotto la commissaria Ocello a correre ai ripari, riducendo la spesa corrente e cassando opere ancora non finanziate, come la famosa piazza che doveva essere realizzata a La Fiora.
Sulla questione bilancio e del rientro dai debiti sto preparando, insieme ai miei tecnici, un percorso virtuoso con proposte serie da poter attuare.
D. Da mesi lei è molto attiva con interventi stampa e spesso nei suoi scritti indica quello che un buon amministratore dovrebbe porre in campo per governare Terracina.
R. Ho buttato già qualche idea (tra le altre) realizzabile a costo quasi zero per le casse comunali e di gran beneficio per i cittadini.
Come avere una città pulita e una raccolta rifiuti che non ammette alcuna sbavatura, la tutela dell’ambiente e l’ottimale gestione della depurazione delle acque.
Una città ordinata nel suo arredo urbano, perché le cose di tutti non possono essere considerate di nessuno e che sia in grado di coinvolgere le attività produttive, sociali e culturali, rilanciando la loro azione in maniera strutturale e concorde.
Una città in grado di porre a reddito le sue bellezze storiche, architettoniche e naturalistiche, con iniziative che creino occupazione vera per i terracinesi, ma anche e soprattutto in grado di difendere gli interessi dei più deboli, degli anziani e di chi non ha voce per farsi sentire: una Terracina che faccia del welfare un punto d’onore.
Per fare questo e altre cose possibili ci vogliono però donne e uomini con gli attributi certificati, che scendano convintamente in campo per invertire la nefasta rotta amministrativa e politica.
Sono convinta che si possa cambiare, anzi si deve cambiare. Basta che i terracinesi lo vogliano davvero, però.