La discriminazione non è uno stato mentale o sentimentale. E ’un prodotto di azioni specifiche. E’ qualcosa di molto frequente ed ordinario nei luoghi di lavoro. Non necessariamente si manifesta in forme eclatanti o esemplari, molto più spesso si annida nelle pratiche quotidiane dell’organizzazione, nella cultura del lavoro, nella visione sociale di uomini e donne. Una zona grigia in cui convivono prassi, retaggi, consuetudini e convinzioni che si attivano volontariamente o involontariamente.
Tecnicamente, la discriminazione di genere si ha quando un atto, un comportamento, un’omissione, determina effetti negativi per un sesso e non per l’altro. In pratica quando ci troviamo davanti alla violazione del principio del pari trattamento e dell’uguaglianza sanciti dalle norme, dai patti e dai contratti. Una violazione che quasi mai avviene in maniera diretta, ossia individuando un atto formalmente “contrario alla legge”. Prevalentemente, si concretizza attraverso la produzione di effetti pregiudizievoli, originati da situazioni considerabili “a norma”.
Ma la discriminazione non è solo una violazione di un principio formale. E’ anche una sconfitta per le organizzazioni che non hanno ancora compreso il profondo legame tra benessere sui luoghi di lavoro e produttività/redditività. E in questa opera di scoperta ed investimento vanno adeguatamente accompagnate.
La prima giornata contro le discriminazioni di genere sul lavoro, pertanto ha come obiettivo proprio questo: svelare la discriminazione nelle sue varie forme, per riconoscerla e contrastarla. Un percorso complesso da condurre su più fronti questo, che, come Consigliere di parità, abbiamo intrapreso con convinzione e nel quale abbiamo trovato la disponibilità di istituzioni, operatori, società civile, lavoratori e lavoratrici. Con l’iniziativa di oggi intendiamo far luce su come si forma la discriminazione di genere nei luoghi di lavoro, quali sono le determinanti, le concause, i margini di volontarietà e quelli di involontarietà, quali sono – se ci sono – specificità dei settori economici in cui si manifesta, quale l’effetto e l’eventuale concorso di applicazioni di policies errate. Evidenziare, quindi, il ruolo delle norme, della contrattazione collettiva, delle iniziative del territorio in chiave di rimozione e contrasto. Fare rete e stringersi intorno al comune obiettivo di più parità, più efficienza, più equità. Perché un mercato del lavoro senza discriminazioni non è una percezione di pochi, ma un vantaggio ed un bene per tutti.