Illuminare le ragioni della protesta e la mobilitazione delle donne, in Italia e nel mondo: la Commissione pari opportunità della Fnsi invita le giornaliste e i giornalisti a unirsi alle numerose iniziative #wetoogether organizzate dal movimento “Non Una di Meno” per l’8 marzo e chiede ai direttori e alle direttrici di dedicare spazio e attenzione alle proteste e allo sciopero globale femminista in Italia e nel mondo.
«La denuncia contro molestie e ricatti sessuali sul lavoro è diventata centrale. Ovunque il sindacato internazionale (International Trade Union Confederation) è mobilitato con la campagna #StopGBVatWork, “Stop Gender Based Violence at Work”, per sensibilizzare i governi a sostenere la necessità di una Convenzione/Raccomandazione ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro) contro la violenza e le molestie nel luoghi di lavoro, subite secondo i dati ITUC-CSI, da una quota tra il 40 e il 50% delle lavoratrici», spiega la Cpo Fnsi.
In Italia, oltre 450 giornaliste hanno firmato un mese fa un documento contro le molestie sessuali e le disparità, nei salari e nelle carriere, e per chiedere un forte ruolo dell’informazione nella battaglia delle donne contro gli abusi.
A partire da quella denuncia, la Commissione pari opportunità, con l’Ordine dei giornalisti del Lazio, GiULiA Giornaliste e Articolo 21, organizza il 14 marzo, nella sede della Fnsi a Roma, l’evento “Cronache del Dissenso: Media, molestie sessuali, disparità”, chiamando al confronto direttori e direttrici, professioniste e firmatarie del “Manifesto Dissenso Comune” nel settore dello spettacolo. Per fare crescere la denuncia e la mobilitazione contro molestie e disparità, con l’unità di tutte le lavoratrici.
Per approfondire
Qui il link alla campagna dell’ITUC-CSI “Stop Gender-Based Violence at work!” |