Si è svolta nel pomeriggio di ieri, sabato 3 febbraio 2024, nella chiesa di Sant’Oliva, la commemorazione ufficiale dell’80° anniversario dei bombardamenti su Cori, presenti il maresciallo capo dei Carabinieri Alessandro Tatangeli, comandante della stazione di Cori, la comandante della Polizia Locale, Lidia Cioeta, gli ex sindaci, Tommaso Bianchi e Tommaso Conti. Dopo l’intervento del primo cittadino, Mauro Primio De Lillis, le toccanti testimonianze di diversi superstiti (Giulia Ricci, Franca Del Frate, Giancarla Sissa, Raffaele Sciarretta, Pietro Vitelli) si sono alternate alla proiezione di immagini dell’epoca e filmati Rai (relativi alle vicende belliche che toccarono Cori), alle approfondite relazioni dell’architetta e ricercatrice storica Serena De Marsanich e del giornalista Paolo Carotenuto (Associazione Linea Caesar di Velletri) e alla lettura di brani tratti da libri che narrano proprio quegli eventi (autori Francesco Moroni, Teresa Vittori e Giulia Ricci), cui si sono aggiunti, a testimonianza di quanto questo anniversario tocchi nel vivo l’animo della comunità, il racconto dell’assessore comunale, Antonio Betti, su quanto avvenne a parte della sua famiglia e le domande dei presenti.
La perdita di una madre e una figlia in un solo giorno che segnarono per sempre esistenze e famiglie, l’allontanamento in tenera età dagli affetti più cari, vite stravolte in pochi minuti: aspetti estremamente commoventi e drammatici sono emersi nel corso del pomeriggio. Accanto a questi, i contributi dei due ricercatori hanno restituito la dimensione di contesto storico di questi racconti. L’arch. De Marsanich ha, tra le altre cose, messo a confronto luoghi specifici della Città d’Arte prima e dopo i bombardamenti, mostrando come Cori abbia ancora le sue ferite a vista nel tessuto cittadino. Paolo Carotenuto si è soffermato su aspetti più tecnici e strettamente militari, anch’essi in grado di illuminare su quanto accaduto, spiegando, ad esempio, che quelli abbattutisi su Cori furono bombardamenti cosiddetti “strategici”, che prevedono cioè di sganciare grandi quantità di ordigni su parti del territorio nemico molto dietro la linea del fronte per minarne il morale oltre che il sistema produttivo o le infrastrutture, spesso rivolti contro le popolazioni civili.
Gli interventi dei due esperti hanno altresì chiarito che la vulgata circa la presenza di Kesselring a Cori e l’equivoco sul nome di Santa Margherita non abbiano trovato riscontri nella realtà.
A seguire, è stata inaugurata a palazzetto Luciani la mostra fotografica con scatti di guerra curata da Paolo Carotenuto.
“Oggi – ha detto il primo cittadino, che ha fortemente voluto la programmazione degli eventi commemorativi dell’80° anno dai bombardamenti – abbiamo commemorato ufficialmente questo tragico anniversario, onorando la memoria di quanti perirono, rendendo omaggio a quanti sopravvissero ma segnati nel corpo, negli affetti, nell’anima, e ricordando quanto accadde, grazie alle testimonianze di chi, pur bambino, si trovò suo malgrado in mezzo a quell’inferno, grazie a preziose immagini d’epoca e grazie agli interventi degli studiosi che ci hanno aiutato a conoscere qualcosa di più di quei giorni e di quei mesi”.
Il pomeriggio di ieri è stato preceduto dall’incontro, martedì 30 gennaio, che ha visto protagonisti alcuni sopravvissuti di quei giorni con le loro toccanti testimonianze e gli studenti delle terze medie di Cori e Giulianello.
Questa mattina, 4 febbraio, si è svolta nella chiesa di San Pietro una Messa in suffragio delle vittime dei bombardamenti del ‘44. Nel pomeriggio il teatro comunale ‘Luigi Pistilli’ ospiterà la spettacolo ‘Cori 30.01.1944… e se fine’ jo munno’ (regia di Tito Vittori), che replicherà domenica prossima. Fino ad allora sarà altresì visitabile la mostra a palazzetto Luciani.
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