Sono tornate a parlare di trasporti, facendo eco alle proteste dei pendolari pontini, le Acli provinciali di Latina che da anni seguono le problematiche legate alla mobilità e al trasporto pubblico in provincia di Latina, un territorio caratterizzato da un’importante pendolarismo attratto dalla capitale ma anche dallo stesso capoluogo di provincia.
“È terribile vedere come Terracina ancora non sia collegata con la linea ferroviaria fino a Priverno per una frana caduta ormai da tanti anni – ha sottolineato Maurizio Scarsella presidente provinciale delle Acli – È mortificante sapere che un servizio pubblico strategico per l’economia del territorio come la linea ferroviaria Minturno Roma oscilli per calcoli di bilancio di un’azienda privata piuttosto che per il bilancio socio economico di una comunità. Gli orari dei treni sono determinanti per i ritmi delle famiglie, per i genitori che accompagnano i figli a scuola, che accudiscono i congiunti ammalati, che si impegnano socialmente per le comunità. Il calcolo degli orari e della quantità delle corse dei treni e degli autobus devono essere tarati su questi parametri perché i cittadini pagano le tasse non per la singola opera ma per l’armonia sociale governata dallo Stato. I cittadini chiedono a gran voce di essere rispettati. A Formia è stata fermata una festa di carnevale perché i residenti hanno richiesto la riapertura del cavalcavia. Non si è voluto realizzare la Pedemontana nel golfo di Gaeta ma almeno si garantisca la piccola manutenzione.”
“Le Acli provinciali di Latina – ricorda Nicola Tavoletta, direttore provinciale delle Acli – hanno scritto ad inizio anno a tutti i sindaci proponendo di inserire nelle amministrazioni comunali i patti di collaborazione come strumenti e soluzioni a situazioni deficitarie presenti nei quartieri. In tante amministrazioni comunali d’Italia questi strumenti sono stati adottati e funzionano. Ebbene noi ora vogliamo sapere che risposte intendono dare i primo cittadini a quella lettera. Non è possibile dare sempre la colpa alla burocrazia e alle risicate risorse economiche senza cercare e trovare delle alternative. La rappresentatività sociale è una soluzione per ridare peso al territorio e alle comunità rispetto agli interessi dei gestori privatizzati. La politica e le istituzioni possono trovare un alleato proprio nei corpi intermedi. Le istanze dei pendolari sono legittime e rispondere a loro non significherebbe semplicemente risolvere problemi per coloro che viaggiano ma anche donare armonia alle loro famiglie. In tanti comuni dell’Italia settentrionale ed Europa sono stati introdotti i piani regolatori dei tempi che sarebbero strumenti utili per far emergere le criticità, le potenzialità e le soluzioni e poterle far condividere anche dai gestori privati. Ci aspettiamo che i sindaci della provincia di Latina ragionino solo in funzione dei piani urbani dei tempi”.
Sul tema è intervenuto anche Emanuele Ingellis delegato Acli Terra per “logistica, mobilità e infrastrutture”: “A subire ogni giorno questo deficit infrastrutturale non sono solo i lavoratori e gli impiegati che ogni giorno sono costretti a raggiungere con i mezzi pubblici il proprio luogo di lavoro. Questa insufficienza nel sistema logistico pontino mette in difficoltà le stesse aziende presenti sul territorio che potrebbero decidere, nel giro di pochi anni, di abbandonare la provincia. Se le infrastrutture agevolassero il trasporto della merce le aziende riuscirebbero ad abbattere i costi diventando più competitive e il nostro territorio potrebbe addirittura diventare appetibile. Non ammodernando il sistema si rischia solo di estendere la crisi che già ha colpito le nostre eccellenze ossia le aziende agricole e quelle farmaceutiche”.