Mentre si fa più acceso il confronto per chiedere il ritorno all’acqua pubblica, a Formia si registra un duro attacco di Silvio D’Arco, già assessore provinciale, al sindaco Sandro Bartolomeo. “E’ stato lui nel 1999 -esordisce D’Arco- a volere a tutti i costi la società mista pubblico-privato Acqualatina SpA e adesso è sempre lui a capeggiare la rivolta dei sindaci contro l’attuale società, in nome di una falsa ri-pubblicizzazione del servizio idrico integrato. In questi giorni il “Comitato di lotta per l’Acqua pubblica” e le sinistre estreme stanno attaccando duramente il sindaco Bartolomeo per essersi arenato, insieme agli altri sindaci targati PD, nella cosiddetta battaglia contro Acqualatina al fine di riottenere la gestione pubblica del servizio idrico a Formia e in Provincia di Latina. Ai Cittadini, alle sinistre di ispirazione comunista e ai Verdi voglio ricordare che la “liberalizzazione” di tale Servizio è stato approvato con la cosiddetta “Legge Galli” durante il primo governo Prodi, recepita poi dal governo regionale presieduto da Piero Badaloni; in entrambi i casi stiamo parlando -prosegue D’Arco- di governi di centro sinistra sostenuti anche dai Verdi e da Rifondazione Comunista. Ora, prima di entrare nel merito delle questioni attuali, ritengo doveroso, da parte delle forze politiche, dei Verdi e delle Sinistre-Sinistre, che esse debbano prima “cospargersi il capo di cenere” chiedendo scusa ai cittadini e poi riprendere con serietà e coerenza le proprie legittime battaglie politiche. In tutta questa vicenda occorre dire che Bartolomeo, prima e dopo le leggi nazionali e regionali in questione, ha avuto in effetti comportamenti politici e istituzionali populisti, contraddittori e irresponsabili, tanto da mettere oggi in serie difficoltà l’attuale Gestore senza aver precostituito un minimo di progetto alternativo davvero fattibile e credibile sia sul piano giuridico che economico-gestionale, illudendo così i cittadini e gli stessi sindaci PD in battaglie politiche ideologiche ormai antistoriche e in antitesi anche con la linea politica del Governo Renzi nonché con le politiche di settore attuate dalle tanto osannate regioni rosse come l’Emila e la Toscana, i cui Servizi Idrici Integrati sono gestiti quasi tutti da società miste o totalmente private. In questo quadro stupisce che i sindaci pontini del PD si siano accodati in maniera acritica e subalterna alle posizioni di Bartolomeo; una posizione sciagurata che porterà l’attuale società (a maggiorana pubblica!) al fallimento per consegnarla poi con le sue stesse mani all’Acea. La verità vera è che a Bartolomeo non interessa nulla dei cittadini né di realizzare di un Servizio Idrico efficiente ed economicamente sostenibile ma egli cavalca questa protesta solo per accreditarsi politicamente sul piano provinciale e trattare poi personalmente l’entrata dell’ACEA di Roma al posto di VEOLIA; insomma il classico doppiogiochista politico! Mi auguro sinceramente che i sindaci riflettano seriamente su tali questioni ed evitino di assumere decisioni che ci porterebbero inevitabilmente, come già sta in parte avvenendo, in un vicolo cieco e al fallimento di Acqualatina, cosi come Bartolomeo ha già fatto con le sue società miste a Formia (vedi Formia Servizi e Golfo Ambiente). Sono convinto -conclude D’Arco- che alle istituzioni locali e alla politica spettano infatti i compiti di indirizzo, di programmazione e controllo del servizi pubblici e non le funzioni gestionali. L’Acqua sottolinea D’Arco è già pubblica e resterà sempre pubblica. Questi sono principi e concetti ormai stabiliti in maniera chiarissima dalle leggi italiane, regionali e dalle Direttive Europee. Le questioni aperte riguardano solo e soltanto le modalità di gestione. Riproporre oggi la contrapposizione tra pubblico e privato sarebbe un fatto dannoso e antistorico che ci farà arretrare come sistema-paese dalla modernità e dal resto d’Europa”.
SILVIO D’ARCO