«Non va però dimenticato che in questi mesi di fermo dei tribunali e degli uffici giudiziari – spiega Adinolfi – , i tempi degli adempimenti processuali si sono allungati: buona parte dei procedimenti fissati nel periodo di sospensione sono stati rinviati, nella migliore delle ipotesi, all’autunno o a fine anno (solo a Roma sono stati rinviati, per ora, ben 14mila processi penali). Dati alla mano, il Ministero della Giustizia ha dichiarato che rispetto allo stesso periodo 2019, ad oggi sono stati definiti il 43% in meno dei fascicoli nei Tribunali in sede civile (nello specifico, 128.335 fascicoli) e il 57% in meno in sede penale(in particolare, sono stati definiti 82.900 fascicoli nelle sezioni dibattimento e GIP/GUP, e appena 11.997 nelle Corti d’Appello – il 41% in meno dello scorso anno). Dunque, sperando che il 1 luglio non sia solo una data ad effetto per gli annunci del ministro della Giustizia e si possa davvero riprendere in modo definitivo l’attività nelle aule di giustizia del nostro Paese, è importante fin d’ora che tra i procedimenti di “straordinaria necessità” possano rientrare anche le procedure di recupero crediti, in particolar modo quelli di natura commerciale. Il blocco giudiziario avvenuto in questi primi mesi dell’anno ha infatti colpito ancora una volta le imprese italiane, le quali, oltre a subire gli effetti dannosi causati da un immobilismo ingiustificato e ingiustificabile del Governo, si sono trovate nella condizione di non poter esigere giudizialmente crediti commerciali di cui hanno diritto e che, oggi più che mai, sono fondamentali a garantirne la loro sopravvivenza. Basti pensare che solo da parte della Pubblica amministrazione sono fermi qualcosa come 53 miliardi di euro che se immessi nel sistema economico del Paese darebbero una grossa mano alla ripresa del nostro Pil dopo il lockdown.
Per sbloccare questa situazione di impasse giudiziaria che investe anche il settore economico, è fondamentale armonizzare la gestione dei processi, tramite protocolli unici emanati dal Ministero della Giustizia ,evitando che siano i Presidenti dei Tribunali a dover gestire da soli tale spinosa questione. In questa Italia che arranca, la giustizia non può certamente rimanere indietro».
Lo dichiara in una nota l’Eurodeputato della Lega, Matteo Adinolfi