«Il COVID19 – si legge nell’interrogazione presentata ieri a Bruxelles – negli ultimi mesi ha avuto un impatto devastante sulla vita dei cittadini europei colpiti dalle restrizioni imposte per arginare l’emergenza sanitaria.
Anche il settore legale ne è stato interessato. In Italia circa ventimila praticanti avvocati hanno sostenuto la prova scritta per l’accesso alla professione ma sono in attesa di sapere se e quando potranno sostenere la prova orale.
Le Associazioni dei praticanti hanno quindi formulato la proposta di ammettere tutti coloro che hanno sostenuto gli esami scritti agli orali: potrebbe essere quella la sede in cui discutere della prova scritta, anche “da remoto”, non oltre il termine iniziale di presentazione della domanda di partecipazione per la sessione successiva.
Considerando che problematiche simili affliggono anche altri Paesi dell’Unione e che migliaia di giovani europei vedono in tal modo rallentato l’accesso al mondo del lavoro, intende la Commissione adoperarsi affinché le procedure di accesso alla professione forense siano armonizzate tra i vari Stati membri, garantendo celerità e certezza delle tempistiche nella correzione e nello svolgimento delle prove per l’abilitazione?».