“Ben vengano le buone intenzioni della Regione Lazio per la tutela delle aziende ma in questo preciso momento storico occorre fare di più e spostarsi sul piano pratico, assicurando sostegno concreto al tessuto economico e imprenditoriale dei diversi territori. Dopo le crisi imposte dalla pandemia e dai rincari di materie prime e costi energetici, oggi le imprese iniziano a vedere la luce in fondo al tunnel, ma la ripresa è lenta e ha necessità di essere sostenuta con azioni mirate. A partire dall’attivazione della Zona Logistica Semplificata con la sua nuova perimetrazione, includendo tutti i Comuni delle province di Latina, Frosinone, Rieti e Viterbo. Un’azione imprescindibile soprattutto ora che nelle otto regioni del sud Italia è attiva la Zona Economica Speciale, che prevede una serie di agevolazioni fiscali e amministrative per le aziende che operano all’interno dei territori o che decideranno di farlo in futuro: si parla di un contributo, sotto forma di credito d’imposta, fino a 100milioni di euro per gli investimenti relativi all’acquisto di nuovi macchinari, di impianti e attrezzature varie, all’acquisto di terreni e all’acquisizione, realizzazione o ampliamento di immobili, con percentuali notevoli di fondo perduto; oltre al fatto che avranno accesso a un’autorizzazione unica per avviare l’attività produttiva, al posto delle oltre trenta di solito necessarie, grazie allo Sportello Unico Digitale Zes (S.U.D. ZES). Tutti vantaggi che creeranno nel breve periodo situazioni di disparità e condizioni di concorrenza molto forti, a completo discapito delle zone cuscinetto delle tre province laziali”.
Lo dichiara in una nota l’eurodeputato della Lega Matteo Adinolfi, nell’esternare preoccupazione per il tessuto socioeconomico dei territori.
“A che punto si è con le procedure? Dopo il tam-tam dei mesi scorsi, sulla questione pare sia calato il silenzio palesando una inerzia che potrebbe davvero costare caro al comparto economico-produttivo e a tutto il suo indotto, anche in termini di delocalizzazione delle imprese, spopolamento e crescita dei tassi di disoccupazione. Governo e Regione diano un colpo di reni alla questione assicurando al contempo ulteriori sussidi all’imprenditoria, evitando che le nostre aziende restino schiacciate da un lato da territori e imprese che possono contare sugli investimenti per Roma capitale e per lo sviluppo dell’area metropolitana, dall’altro da territori e imprese rientranti nella Zona Economica Speciale. È fondamentale creare delle misure integrative mettendo a sistema tutte le risorse regionali, nazionali ed europee disponibili al fine di addivenire ad un piano di sviluppo generalizzato, eliminando o quantomeno limitando il divario economico dei territori. E occorre che la Regione Lazio presti attenzione alle criticità dei diversi comprensori nella ripartizione degli oltre 60 milioni di euro assegnati per la competitività delle imprese nell’ambito dell’accordo per lo Sviluppo e la Coesione tra governo e regione, di cui oltre 45 milioni destinati a interventi infrastrutturali per le aree industriali del Lazio: il presupposto da tenere in considerazione è che le province di Latina, Frosinone, Rieti e Viterbo presentano indici di sviluppo economico completamente inferiori a quelli della provincia romana e molto vicini se non uguali a diverse province del sud. Ma serve agire ora perché di tempo ne è stato già perso abbastanza: non si dimentichi che la Regione ha istituito la Zls ad inizio 2022, la proposta fu poi bocciata dal governo Draghi per via della sua perimetrazione troppo estesa. Da allora però poco o nulla è stato fatto in concreto, nemmeno dopo l’approvazione del Ddl Sud che ha istituito la Zona Economica Speciale per le otto regioni del sud Italia. Oggi non possiamo più permetterci di parlare e fare demagogia ma dobbiamo agire con forza con azioni concrete e misure ad hoc”.
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