Sorprendono le dichiarazioni fuori luogo della Presidente Von der Leyen sulle vacanze estive. In un momento già molto difficile e complesso per l’economia italiana, non si sentiva davvero il bisogno di un colpo basso ad uno dei settori maggiormente rappresentativi del nostro Paese e fortemente colpito da questa crisi. L’auspicio di tutti è che si possa, grazie agli sforzi delle donne e degli uomini in prima linea negli ospedali italiani ed europei, tornare al più presto alla normalità. Così come tutti ci rendiamo conto che il ritorno alla normalità dovrà essere graduale e nel rispetto delle norme sanitarie e di sicurezza, ciò non toglie però che si dovrà riprendere l’attività economica in tutti i settori: anche in quello turistico.
Sono certo che una volta finito il lockdown gli operatori sapranno adeguarsi a tutte le norme emanate per il rispetto della salute dei turisti. Dunque, piuttosto che deprimere ancora di più un settore strategico per il Pil italiano di cui rappresenta il 13% del totale, già molto provato da questa crisi e dalla pandemia, sarebbe il caso che la presidente Von der Leyen con la sua Commissione mettesse da parte la direttiva Bolkestein per le concessioni balneari e desse l’opportunità ai tanti operatori balneari italiani di avere certezza sul loro futuro imprenditoriale e lavorativo. Ancora una volta, noto con dispiacere che l’Europa dopo le dichiarazioni scellerate della presidente della Bce Lagarde sullo spread, e i veti dei Paesi del Nord sui CoronaBond, lavora non per aiutare l’Italia ma per affossarla definitivamente. Il turismo è uno dei nostri settori strategici, sia a livello nazionale che territoriale nel collegio dove sono stato eletto. Per questo auspico una pronta marcia indietro da parte della Presidente Von der Leyen e l’impegno a rivedere finalmente la famigerata Bolkestein. Nel caso invece perdurasse il silenzio e l’immobilismo della Commissione sul tema della Bolkestein, invito invece i comuni a dar seguito, come già fatto da alcuni enti locali, a quanto previsto dalla riforma portata avanti dal Ministro Centinaio nel 2018 (legge di bilancio 2018 che ha esteso di 15 anni la durata di alcune concessioni, previa verifica dell’utilizzo proficuo e corretto del bene demaniale). Va ricordato – conclude l’Onorevole Adinolfi -, che già dal luglio 2019 quando la Lega era ancora al Governo e subito dopo il grande risultato delle Elezioni Europee del 26 maggio, era stata avviata una proficua interlocuzione anche diretta con la Commissione Europea, a cui erano state illustrate la ratio, gli obiettivi e il senso strategico della riforma stessa e la eccezionalità del caso Italia, avviando un negoziato volto ad approfondire i contenuti della riforma stessa.
Purtroppo però ad oggi con il cambio di Governo, non vi è alcuna certezza in ordine allo stato del negoziato in atto con la Commissione che pure non ha aperto alcuna procedura di infrazione in capo al nostro Paese e che invito ad esprimersi favorevolmente nel merito.
Lo dichiara in una nota l’Europarlamentare della Lega, Matteo Adinolfi