«La Lega può incidere in Europa perché è forte del consenso degli italiani che il 26 maggio alle elezioni per il rinnovo dell’Europarlamento le hanno consegnato oltre il 34% dei consensi e che oggi nei sondaggi la portano a sfiorare il 40% dei voti». Così l’eurodeputato della Lega, Matteo Adinolfi, commenta gli ultimi scenari dell’Europarlamento che vedono saldarsi un asse tra Pd e M5S, così come avviene anche nel Lazio, in Italia, per sostenere il traballante segretario Dem Nicola Zingaretti «L’elezione della Presidente Von der Leyen ha mostrato tutta la fragilità di una maggioranza che è tale per soli nove voti di scarto. Un margine così esiguo che lascia spazio a chi come noi della Lega lavorerà nel parlamento e nelle commissioni per l’interesse del nostro Paese e per il benessere dei popoli europei. L’Italia rappresenta la terza economia dell’Eurozona e fa parte del G7, per questo non può essere messa all’angolo da chi cerca solo poltrone per il proprio tornaconto personale.
L’asse Pd-M5S, due forze sconfitte in Italia e che oggi provano ad ingraziarsi Merkel e Macron compiacendoli con il loro sostegno altro non è che il prosieguo di una politica scellerata che è stata bocciata dagli elettori. Sarebbe interessante capire con quale spirito chi a parole dice di voler fare gli interessi dell’Italia in Europa si schiera con partito che ha aperto la sua campagna elettorale alla presenza del Commissario Europeo Pierre Moscovici, colui che fino a ieri spingeva più di tutti per l’apertura della procedura d’infrazione contro l’Italia. Questa è la politica del Pd e dei suoi esponenti, lavorare in Europa fianco a fianco con chi cerca di penalizzare ogni giorno di più il nostro paese e il suo popolo, sia per quanto riguarda le politiche dell’immigrazione, sia per quanto riguarda le ricette economiche. Voglio sperare che non sia anche quella dei Cinque Stelle, ma ogni giorno ho qualche dubbio in più. Non a caso proprio oggi Salvini ha spiegato che qui si è già formato un asse Pd-M5S, mentre in Italia, come raccontano i nostri parlamentari del Lazio, i Cinque Stelle sostengono Zingaretti che altrimenti non avrebbe i numeri per governare la regione»