Esprimo apprezzamento per il grande sforzo solidale della comunità internazionale che ha portato alla raccolta di 1,15 miliardi di euro per finanziare la ricostruzione in Albania dopo il terremoto del 26 novembre scorso, che ha causato la morte di 51 persone, 1.000 feriti e circa 14 mila sfollati, oltre che la distruzione di infrastrutture pubbliche e private.
Al tempo stesso però non posso tacere la nostra preoccupazione per le dichiarazioni del presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e del commissario per il vicinato e l’allargamento Olivér Várhelyi al termine della conferenza internazionale dei donatori per la ricostruzione, circa l’accelerazione dell’adesione dello stato balcanico all’Ue.
Già lo scorso 24 ottobre gli eurodeputati della Lega, insieme al loro gruppo europeo di Identità e Democrazia, hanno votato contro la risoluzione approvata dal Parlamento europeo che sostiene l’avvio dei negoziati Ue con l’Albania e la Macedonia del Nord.
Oltre alle tante motivazioni di sicurezza internazionale, visto che parliamo di territori in cui ancora oggi sono fortemente radicate grandi organizzazioni criminali, dove trovano cittadinanza politiche di stampo oligarchico e da cui potrebbero arrivare forti insidie dell’islamizzazione, della radicalizzazione e l’infiltrazione di foreign fighters, mi preme oggi sottolineare con forza anche i danni di natura economica che questo allargamento porterà al nostro Paese, alle nostre Pmi e ai nostri artigiani locali.
In un’Europa in cui ad alcuni Stati membri come l’Italia viene impedito di applicare una politica fiscale che incentivi gli imprenditori ad investire, tagli il costo del lavoro e le tasse, non si può pensare di accogliere stati che come l’Albania applicano una Fiat Tax al 10%, offrendogli anche la grande opportunità di accedere a tutti i finanziamenti Ue. Tutto ciò rende ancora più urgente affrontare nelle sedi Ue e nelle commissioni del Parlamento Europeo il tema del dumping fiscale e produttivo che ho sollevato in questi giorni visitando diverse aziende del mio collegio Italia Centrale. Proprio dalla voce di questi piccoli e medi imprenditori, da questi artigiani che oserei definire eroi, ho raccolto un grido d’allarme e di disperazione.
Continuare a produrre nel nostro Paese, lottando contro la concorrenza ‘sleale’, attuata grazie a regole e aliquote fiscali vantaggiose, che arriva anche dai Paesi Ue è un’impresa ogni giorno più ardua. Chiedo dunque a tutti gli Eurodeputati Italiani e al nostro Governo di attivarsi perché in Europa valgano finalmente regole uguali per tutti e non si permetta l’ingresso di nuovi Stati Membri se questo va a discapito dei cittadini e dei lavoratori europei.
Lo dichiara in una nota l’Eurodeputato della Lega, Matteo Adinolfi