Siamo sempre più di fronte a un’Europa governata da scelte scellerate e da una grande nemica: la Bce guidata da Christine Lagarde, che porta con sé l’illusione di poter gestire l’inflazione con l’aumento del costo del denaro. Un rimedio forse efficace una volta ma adesso ampiamente superato. E l’aumento di un quarto di punto percentuale sui tassi – portando quello sui rifinanziamenti principali al 4,50%, quello sui prestiti marginali al 4,75% e quello sui depositi al 4% – rischia davvero di mettere ulteriormente in crisi famiglie e imprenditori. È come gettare ulteriore benzina su un fuoco già divampante.
Non devono sorprendere poi i dati degli sportelli antiusura, a cui si ricorre sempre più, e i continui casi di cronaca riguardanti lo strozzinaggio. Così come non devono destare stupori i numeri delle nuove procedure avviate dalle aziende nel primo semestre del 2023 per gestire crisi d’impresa, scioglimenti e liquidazioni, in aumento del 15.2% rispetto allo stesso periodo del 2022 con oltre 53mila nuove pratiche (dati Unioncamere-Infocamere).
Serve una presa di posizione netta da parte dell’Italia e provvedimenti immediati a supporto delle famiglie, in particolar modo per i mutui relativi alla prima casa. E occorrono tutele per gli imprenditori affinché non si rischi il collasso del nostro sistema produttivo. Si riapra la possibilità della rottamazione delle cartelle esattoriali, optando anche per una dilazione più lunga e per una ulteriore riduzione per i casi più critici e per le famiglie con Isee basso, evitando così possibilità d’accesso alla rottamazione unicamente per chi può pagare senza grandi problemi. Si intervenga nell’immediato prima che sia troppo tardi, colpendo duramente l’evasione fiscale. Tutelare famiglie e imprenditori significa preservare le nostre eccellenze e consentire al nostro Paese di continuare e rafforzare quel processo di affermazione che ci vede in molti ambiti eccellere nel mondo”.
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