Sequestrati oltre 9 milioni di euro di beni immobili e denaro a quattro esponenti del Cda di un Consorzio di Cooperative Edilizie e di una società Cooperativa dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma. I quattro, insieme ad un altro consigliere di cooperative, sono indagati per truffa aggravata ai danni dello Stato e di Enti Pubblici e per concorso in corruzione di funzionari del Comune di Roma e della Regione Lazio, ancora da identificare. Ieri la Guardia di Finanza ha notificato la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare i rispettivi uffici direttivi. L’attività, che fa seguito al sequestro preventivo di 326 immobili effettuato il 28 novembre 2012, si inserisce nelle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma ed eseguite dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria, per l’erogazione di contributi pubblici a sostegno dell’edilizia popolare nonché le procedure di concessione di aree del Comune di Roma per la realizzazione di immobili di edilizia sovvenzionata, da cedere successivamente in locazione permanente a canoni di affitto agevolati.
Le indagini sono state avviate a tutela di numerosi inquilini che avevano denunciato, attraverso un sindacato di categoria, una serie di anomalie nella stipula dei contratti di locazione degli immobili realizzati anche grazie a finanziamenti pubblici e che avrebbero dovuto essere affittati a canone agevolato a soggetti rientranti in particolari categorie protette. La Guardia di Finanza ha accertato che i prezzi di cessione ed i canoni di locazione erano notevolmente superiori a quelli previsti dalla normativa di settore, in quanto non decurtati dell’importo dei contributi regionali per milioni di euro erogati per le specifiche finalità assistenziali. Di conseguenza gli inquilini (fasce di categorie di popolazione protette come, ad esempio, persone con più di 65 anni, giovani coppie e famiglie a basso reddito) sostenevano sistematicamente canoni di affitto a valori in linea con quelli di mercato.
La differenza fra gli importi dei canoni di locazione corrisposti e quelli correttamente rideterminati, pari a € 1.434.272, sommata al contributo regionale percepito, pari ad € 7.604.517, per totale di oltre 9 milioni di euro, rappresenta il quantum dell’indebita percezione ad opera del Consorzio e della Cooperativa, in danno al Comune di Roma, alla Regione Lazio ed ai singoli conduttori. Per questo motivo il Gip del Tribunale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto il sequestro preventivo. Gli indagati devono anche rispondere dell’accusa di concorso in corruzione per aver dato danaro: a funzionari del Comune di Roma Capitale preposti all’istruttoria ed alla verifica delle pratiche di concessione, per procedere al calcolo dei prezzi massimi di cessione degli alloggi senza procedere alla decurtazione del contributo regionale percepito dalle cooperative edilizie e a funzionari della Regione Lazio preposti al controllo e verifica dei Quadri Tecnici Economici presentati dalle cooperative e alla concessione del relativo contributo per non procedere all’effettuazione dei controlli.