“Dopo le forti e sacrosante proteste di queste settimane da parte degli agricoltori europei, osserviamo come in molti paesi i governi nazionali stiamo tentando di trovare soluzioni alle istanze del comparto, anche rivolgendosi singolarmente alla Ue per dare risposta alle criticità interne legate al mondo agricolo. Alla luce di tutto questo, Confeuro ritiene opportuno non creare contrapposizione tra l’Europa, l’Italia e gli altri stati membri della Unione Europea: non fare figli e figliastri perché il problema è complessivo e va affrontato in maniera strutturale. Pertanto, in questo momento abbiamo bisogno di più Europa nel senso che abbiamo bisogno che si ascolti di più il disagio rappresentato da tutti gli agricoltori del Vecchio Continente e che, soprattutto, le istituzioni Ue prendano coscienza che questa Pac non è allineata con le esigenze attuali del mondo produttivo agricolo. Con questo, chiaramente, non vogliamo assolutamente dire che serva rinunciare alle misure ambientali che sicuramente sono importanti, ma che queste misure non possono rappresentare un ostacolo alle intenzioni di crescita e di produzione degli agricoltori. Gli ecoschemi presenti nella Pac in vigore per quanto ci riguarda rischiano di essere un mostro burocratico, difficile da scardinare. La pac, a giudizio di Confeuro, deve essere invece semplice e soprattutto deve distribuire maggiori risorse economiche alle piccole e medie aziende agricole che in una fase di transizione, come quella che affronta il mondo agricolo in questo momento, hanno bisogno di maggiore sostegno. Le misure agroambientali devono essere presenti si, ma poche, concrete e facili da realizzare. Queste poi devono riguardare soltanto il Psr. Nei pagamenti diretti tutte queste complicazioni non servono a nessuno. Se un agricoltore vuole adottare un sistema di produzione biologica o agroecologica lo farà spontaneamente perché il mercato gli riconosce un valore aggiunto. Insomma, le soluzioni esistono ma devono essere vagliate e prese in maniera sinergica e democratica: riteniamo infatti fuorviante e poco costruttivo che ogni singolo stato vada a Bruxelles a chiedere una deroga per questo o quell’altro cavillo esistente. La Pac va ripensata e va riscritta subito in maniera strutturata e condivisa! Questo bisogna fare in Europa, e in fretta, a tutela degli agricoltori e di tutto mondo produttivo”.