“Ormai da anni il nostro comparto agricolo sta vivendo una momento di complicata congiuntura economica e sociale e lo dimostrano, non a caso, le proteste delle scorse settimane, che dalle strade italiane – e non solamente – sono arrivate sin sotto i palazzi di Bruxelles. Un trend che non nasce certamente oggi, come si può notare analizzando i numeri dell’Osservatorio sul mondo agricolo, pubblicato negli scorsi mesi dall’INPS: secondo i dati, il numero di aziende che occupano operai agricoli dipendenti è passato da 180.167 del 2021 a 174.636 nel 2022, con un decremento del -3,1%; mentre, se si tiene in considerazione il periodo 2017-2022, il numero di aziende con dipendenti è diminuito complessivamente del -7,1%. Un trend certamente preoccupante ma che non ci stupisce: è in atto d’altronde un inesorabile allontanamento dal settore anche se sembrerebbe che l’incidenza dell’esercizio di attività imprenditoriale sul totale addetti sia maggiore. Sta di fatto che in molte zone del territorio italiano, purtroppo, ci sono tantissimi terreni ormai resi improduttivi perché esclusi dalle politiche comuni europee. In questo senso si dovrebbe incidere facilitando ulteriormente il trasferimento delle superfici: è chiaro ed evidente che servono politiche e provvedimenti decisamente più concreti e incisivi da parte del Governo nazionale e dell’Unione Europea per non lasciare che ancora una volta un grande patrimonio di superfici coltivabili vada disperso”.
Così, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo.