giovedì 21 Novembre 2024,

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“Aldo Moro, una pagina ancora da scrivere tutta”

scritto da Redazione
“Aldo Moro, una pagina ancora da scrivere tutta”

La costituzione di una Commissione d’inchiesta rappresenta per questo Parlamento un atto di fondamentale importanza e di alto significato. La Commissione di inchiesta di cui con questo provvedimento si propone la costituzione non è nuova alle cronache: ma la cronaca di oggi ci conferma che, a 36 anni di distanza, sono presenti ancora veleni, depistaggi e misteri sull’omicidio di Aldo Moro, e il caso rappresenta tuttora una pagina oscura della storia repubblicana.Nel corso degli ultimi mesi, nuove rivelazioni e dichiarazioni hanno riacceso i riflettori sul caso Moro, e sembrano emergere alcuni rilevanti elementi di novità, così come anche riportati, illustrati e messi in evidenza dal corposo dossier che il collega Gero Grassi ha messo in essere e che è sul sito del Partito Democratico. In particolare, ha suscitato insieme attenzione e sgomento quanto sostenuto da Ferdinando Imposimato, nel volume I 55 giorni che hanno cambiato l’Italia. Imposimato, ex senatore del PDS prima e del PD dopo, non è persona dedita a scoop facili, ma un magistrato che del caso Moro è stato anche giovane giudice istruttore“. Lo ha dichiarato in aula a Montecitorio, Rocco Palese (Fi) nel corso della discussione per l’ Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro.
È necessario, dunque, che il lavoro della Commissione debba partire dall’acquisizione di documenti, anche da archivi stranieri: ed è più che noto che molti segreti sono custoditi negli archivi dei Paesi dell’Est, che potrebbero creare imbarazzi anche rispetto a tutte le tesi sostenute finora nel nostro Paese. Non dimentichiamo, infatti, le reazioni di molti in seguito alla pubblicazione di alcuni documenti trascritti dall’ex archivista del KGB, Mitrokhin. È però fondamentale, per permettere al Parlamento di essere incisivo ed efficace in un’inchiesta che riguarda il caso Moro, saper cogliere l’opportunità che la storia ci offre: l’apertura degli archivi degli ex Paesi comunisti dell’Est Europa. È infatti risaputo che il sistema burocratico comunista comprendeva la scrittura come mezzo di funzionamento del sistema. Quaranta anni di abbondante produzione di documenti sono oggi a nostra disposizione. Considerando l’importante ruolo geopolitico che ha avuto e che ha l’Italia, considerando i risultati delle prime timide ricerche effettuate negli archivi menzionati, è necessario volgere lo sguardo anche verso Est. Senza timori e senza acredine, solo per cercare di completare un quadro ancora oggi dai colori sbiaditi. Quindi, non una rivisitazione o una semplice rilettura di quanto fino ad oggi si è fatto, detto e scritto, ma un lavoro serio ed imparziale di ricerca finalizzato al completamento di un quadro non ancora ben definito“.

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