“Il momento è adesso o mai più”. Sono le parole del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, in un’intervista sul Corriere della Sera, nella quale traccia le linee guida del cambiamento del Pdl. “Sia Alfano – dice – a guidare questo passaggio. Ma lo faccia subito o il centrodestra imploderà “Gli ho già sottoposto un documento con le mie proposte, le sintetizzo qui – continua il primo cittadino della Capitale -. Primo: indire subito, entro novembre, una grande convention per decidere il nome e il nuovo simbolo. Secondo: fissare in quella sede le regole per le primarie a tutti i livelli, dal candidato premier al segretario, ai candidati sindaci, presidenti di Regione, dirigenti del partito. Terzo: lanciare un manifesto di valori che sia fondante. Quarto: fissare paletti severi per le candidature, chi vuole entrare deve avere i giusti requisiti, mai più casi Minetti o De Romanis”. Secondo Alemanno, questo dovrebbe essere un percorso “di settimane” e “chi sarà eletto candidato premier avrà il compito di rappresentarci, trattare e decidere come andare al voto, eventualmente anche convergendo su un altro candidato premier unitario, se servisse per riunire il centrodestra”. Per il sindaco di Roma, “Alfano può essere il nostro candidato premier. Ma deve muoversi ora. Abbiamo già perso un anno”. Di Berlusconi dice: “Ha già fatto un grande atto di generosità dimettendosi da premier e, più recentemente, annunciando il suo passo indietro proprio per favorire l’alleanza dei moderati, pur restando il padre nobile del nostro partito. Prendiamo atto tutti delle sue parole, non tiriamolo più per la giacca…”. “Se dovesse ripensarci – continua -, può sempre candidarsi alle primarie. Ma non penso che questa sia la scelta giusta, né per lui né per noi”. Concludendo l’intervista, Alemanno spiega che quello che è accaduto alla Regione Lazio nulla ha a che vedere con le “questioni romane” dove “non ci sono vicende giudiziarie che abbiano anche solo sfiorato me o i vertici dell’amministrazione, sono fatti marginali che riguardano semmai aziende pubbliche”. “Però tutti, anch’io – conclude -, dobbiamo fare un bagno d’umiltà”.