Mentre il governo italiano brancola nel buio impedendo riaperture e affossando l’economia nazionale, altri Paesi cercano soluzioni per risollevare la situazione, alcuni anche in maniera predatoria.E’ il caso di Austria, Germania, Croazia e Repubblica Ceca che stanno proponendo dei fantomatici corridoi di transito ‘covid free’ per sottrarre i turisti alle località italiane. Altri invece come la Grecia ad esempio stanno affrontando la crisi con il pragmatismo di un’impresa privata: programmazione, prevenzione e niente improvvisazione sono la ricetta del governo ellenico per rilanciare i consumi e riaprire le attività commerciali.
Il Ministro del turismo greco ha proposto la creazione di un ‘passaporto sanitario’, ovvero un certificato che attestando lo stato di salute prima del volo funga da lasciapassare per i turisti.
Il governo di Atene, conscio dell’importanza del turismo per il PIL nazionale, si sta preparando al meglio per aprire la stagione a giugno puntando su controlli sanitari a tappeto e soprattutto restrizioni più leggere per le isole o le zone costiere dove i casi di contagiati sono stati limitati.
L’Italia intanto è ferma: gli aiuti sono stati minimi e non sono stati concessi finanziamenti a fondo perduto ma se il governo mostrasse un minimo di buonsenso si potrebbero adottare misure simili a quelle della Grecia, rilanciando l’economia e salvando migliaia di imprese e famiglie.Un atteggiamento che purtroppo invece è completamente assente nel nostro Paese dove un po’ tutte le categorie produttive brancolano nel buio in attesa di capire se e come riprendere a lavorare.Lo ripetiamo per l’ennesima volta: per le imprese, gli artigiani, le partite iva e gli autonomi italiani servono fondi a fondo perduto per garantire liquidità, non prestiti, difficili se non impossibili da ottenere, da restituire con gli interessi e nuovi debiti. E’ il caso del turismo, della ristorazione, dei servizi che tanta importanza hanno nel nostro Paese e nel nostro territorio e dove in tanti rischiano di non riaprire. Ma sono praticamente tutti i settori in sofferenza, ad iniziare ad esempio dalle aziende florovivaistiche pontine alcune delle quali mi hanno contattato recentemente e che hanno di fatto visto andare al macero un’intera produzione con il blocco delle esportazioni di cui hanno approfittato i soliti paesi del nord Europa come la Germania. Li i produttori agevolati dalla mancanza concorrenza italiana hanno venduto tutte le loro scorte. Ma è anche il caso di tutte le altre aziende nazionali e del territorio di tutte le filiere produttive che ho visitato prima dell’inizio del lockdown.
Se saltano le imprese che fine fanno i lavoratori? Sopratutto quelli più anziani che difficilmente avranno possibilità di ricollocarsi sul mercato del lavoro?
Dunque o lo Stato italiano e l’Unione Europea aiutano subito le imprese con liquidità a fondo perduto oppure gli venga permesso di riaprire e lavorare in sicurezza laddove possibile.
Lo dichiara in una nota l’eurodeputato della Lega di Latina, Matteo Adinolfi