Nel corso del 2012, nel Lazio sono state “accertate 2.800 infrazioni ambientali, che rappresentano l’8,2% del totale nazionale, ossia 7,7 illegalità al giorno, con un aumento di 463 infrazioni accertate rispetto al 2011 (quando erano 2.463), ossia una infrazione in più al giorno“. Questa è la fotografia che emerge dal Rapporto Ecomafie 2013 di Legambiente divulgata in una nota dell’associazione.
Il rapporto, spiega Legambiente Lazio “vede il Lazio piazzarsi stabile in quinta posizione nel Paese per numero assoluto di illegalità ambientali, appena sotto al podio dopo le Regioni a tradizionale presenza mafiosa nella triste classifica nazionale delle ecomafie, elaborata sulla base dei dati delle Forze dell’Ordine“.
“Preoccupa l’aumento del numero complessivo dei reati ambientali accertati nel corso del 2012, causato dal balzo in avanti che il Lazio ha fatto per le illegalità in campo faunistico, degli incendi e dell’arte rubata – dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio -. E’ necessario e fondamentale che le istituzioni intervengano per stroncare la zona grigia di commistione fra criminalità e pezzi del tessuto economico, per lanciare un green new deal nella nostra Regione. In questo senso, auspichiamo che il nuovo governo della Regione intervenga anche con leggi che siano in grado di fare chiarezza su molti temi ed inaugurare una nuova gestione del territorio, a partire dal piano rifiuti, dalla legge urbanistica e dalla riforma della normativa sui parchi“. “Nel ciclo dei rifiuti nel 2012 il Lazio scende all’ottavo posto della classifica nazionale per questi reati. Il numero delle infrazioni passa dalle 326 registrate lo scorso anno a 277, il 5,5% del totale nazionale – spiega la nota -. Aumentano i sequestri effettuati passando dai 163 del 2011 ai 175 di quest’anno e si registrano 4 arresti, a differenza del 2011 in cui non ve ne erano stati“.