“Ribadiamo che l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha pizzicato una nuova nomina di un soggetto inconferibile da parte del Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Come si evince fin troppo chiaramente dal testo della Delibera firmata dal presidente dell’autorità anticorruzione Cantone, l’Anac ha testualmente sospeso l’incarico conferito dalla Regione Lazio per inconferibilità. Penose le dichiarazioni di smentita dell’Ufficio stampa regionale che peraltro continua ad aumentare gli stipendi ai propri giornalisti. Nessun parere preventivo dunque ma solo la vigliaccheria del Presidente della Regione Nicola Zingaretti di nascondersi dietro l’incompetenza di chi usa giri di parole per offuscare il tentativo di nominare alla guida degli appalti regionali chi, fino a ieri, era il consulente della Regione stessa“. Lo dichiara, in una nota, Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio.
“Zingaretti e il suo sodale Segretario Generale Tardiola – aggiunge – ci spieghino perché hanno prima nominato con atto di organizzazione del 1 luglio 2015 il soggetto inconferibile e poi hanno chiesto il parere all’Anac: si è tentato maldestramente di contestare l’inizio del rapporto e l’esecutività dello stesso con l’individuazione del soggetto. Il parere è preventivo se viene richiesto prima e non successivamente ad una segnalazione, debitamente citata nella Delibera dell’Anac, e soprattutto ad un esposto alla Procura della Repubblica presentato dall’associazione AssoTutela. Siamo stanchi del Pinocchio de noantri e dell’ignobile dilettantismo di un Segretario Generale che, seppur fosse, ha richiesto un parere all’ANAC per appurare un’inconferibilità che era sotto gli occhi di tutti. E’ sempre più necessario che il Presidente del Consiglio Regionale Daniele Leodori convochi immediatamente un Consiglio regionale chiamando a riferire il Presidente della Regione Zingaretti in merito a questa ennesima gravissima inconferibilità su di un settore già nell’occhio del ciclone di Mafia Capitale e che vede ancora alla guida colei che risulta indagata per falsa testimonianza insieme a Venafro, capo di gabinetto di Zingaretti, per turbativa d’asta“.