Alla fine, nonostante che per giorni sulla stampa si fosse sviluppato un dibattito serrato nel tentativo di fare le pulci al nuovo piano di riassetto della rete ospedaliera del Lazio e quindi anche della provincia di Latina, ieri la conferenza dei sindaci, presieduta dal primo cittadino del capoluogo Giovanni Di Giorgi (alla bisogna nominato mediatore istituzionale), ha approvato a larga maggioranza tale documento, che è stato leggermente migliorato (si dice) per quanto riguarda i servizi delegati alla sanità pubblica pontina.
I sindaci del centro sinistra della provincia ieri hanno avuto il loro momento di gloria, approvando un testo che promette molte cose che noi continuiamo a ritenere quasi impossibili da realizzare.
Mentre nella stessa riunione, con toni super soft, il resto dei sindaci, quelli del centro destra, hanno fatto un figurone, astenendosi elegantemente e rimandando ad altri momenti lo sdegno che doveva essere testimoniato con forza e senza alcuna esitazione.
Si sono accontentati, i sindaci in fascia tricolore del centro destra, di alcuni contentini offerti dal magnanimo manager Caporossi, che in precedenza erano stati cassati con decisione teutonica.
Questo, dunque, il notevole lavoro svolto in favore della popolazione pontina dai rappresentanti del centro destra, che aspettava dai suoi paladini ben altri interventi e ben altri risultati migliorativi.
E’ chiaro che la sanità non ha e non deve avere colorazioni politiche, ma essere proni a decisioni che oggettivamente per la provincia pontina e in particolare per il Distretto di Centro e del Sud non produrrà nessun valore aggiunto, anzi aggraverà il già precario equilibrio in cui è costretta a convivere da anni, ci sembra troppo.
Fa poi sorridere quanto afferma il consigliere regionale del Pd Enrico Forte, che continua imperterrito a richiamare i disastri che “voleva” compiere l’ex governatore Polverini (del centro destra), non ricordando, ad esempio, gli scontri frontali posti in campo da chi scrive, dal presidente Armando Cusani e da un centro destra provinciale agguerrito che non lasciava passare impunemente azioni controproducenti agli interessi dei cittadini della provincia di Latina.
Evidentemente erano altri tempi e altri “manici” che difendevano il territorio pontino e i suoi abitanti, al di là di quelli che poi sono stati i risultati di tali azioni. Almeno si provava a fare una contrapposizione di sostanza.
Dopo l’approvazione del Piano Asl registriamo che ben pochi soggetti politici nel centro destra sono stati in grado di tirare fuori gli attributi e lottare fino in fondo per far valere le ragioni di una idea diversa da quella imposta con nonchalance da una sinistra incapace di riconosce che il piano Zingaretti – Caporossi è un “libro dei sogni” irrealizzabile.
Come ha affermato giustamente nei giorni scorsi il senatore Claudio Fazzone, una delle poche voci autorevoli e lucide che si è contrapposta alla facile promulgazione del “libro dei sogni” di una sanità pubblica che si vorrebbe migliore per il Lazio e per la provincia di Latina.
Ma quali risultati portano a casa i lavoratori del centro destra in fascia tricolore?
C’è stato concesso, sulla carta, di avere il Goretti DEA di II livello, cardiologia rimane organizzata sia a Latina sia a Formia, è stata tutelata l’oncologia del Fiorini di Terracina, potenziati (?) il pronto soccorso h24 di Fondi e Terracina. La diagnostica e il laboratorio di analisi non sono cassati in quel di Gaeta. In realtà però sono stati impoveriti i reparti degli ospedali di Fondi, Terracina e Gaeta, rendendo di fatto inefficienti i servizi che si vorrebbero offrire.
Siamo convinti che quest’atto aziendale non migliori la situzione perché, ad esempio, il Goretti ha sulla carta soltanto 180 dipendenti e per far funzionare un DEA di II livello gli occorreranno almeno altri 100 dipendenti in più.
Con quali denari saranno ingaggiati?
Certo, che ci vuole poi un vero stratega per imporre il Goretti quale erogatore di servizi sanitari, in posizione centrale, rispetto a una provincia lunga 120 chilometri, con oggettive difficoltà per il suo raggiungimento in tempi umani per i cittadini dei paesi posti agli estremi di essa.
E mentre la riunione dei sindaci approvava il Piano, i giornali titolavano: “Attese di ore al pronto soccorso dell’ospedale Goretti per essere visitati e ricoverati”.
E siamo soltanto ai titoli di testa!
Gina Cetrone