E’ una pericolosa correlazione quella fatta dal consigliere comunale di Primavera Apriliana Carmen Porcelli la quale, in un’intervista rilasciata a diversi organi di stampa locali, ha prima sottolineato come diverse aziende operanti nel ciclo dei rifiuti di Aprilia siano rimaste coinvolte nell’operazione Dark Side e tacciato di superficialità l’amministrazione e poi ha sottolineato come tutto ciò abbia giustificato (a posteriori) il suo no al progetto Paguro che prevedeva l’installazione di una discarica di servizio per l’impianto di Rida Ambiente in località La Gogna.
“Così si fa confusione e si getta discredito anche su aziende serie e rispettose di legge e ambiente – tuona Fabio Altissimi patron di Rida Ambiente e di Paguro -. Occorre dare ai cittadini un’informazione corretta. Non mi soffermo sull’inchiesta che farà il suo corso ma so più che bene cosa accade nelle nostre aziende e accostarle a un potenziale disastro ambientale scaturito da un continuo sversamento illegale in una ex cava non è corretto. Sappiamo della condizione insalubre di molte aree del comune di Aprlia ma forse è il caso di ricordare al consigliere che proprio il progetto Paguro prevedeva l’installazione di una discarica di servizio per l’impianto di Rida Ambiente in un’area già inquinata che sarebbe stata quindi bonificata e poi messa in sicurezza. Al consigliere Porcelli sfugge poi un dato incontrovertibile che è bene sia conosciuto anche dai cittadini. La discarica, nel ciclo dei rifiuti è necessaria, anche in caso di raccolta differenziata al cento per cento, obiettivo di per sé utopistico”.
Per rafforzare la sua tesi Fabio Altissimi cita il presidente del consorzio nazionale imballaggi (Conai) che in un’intervista rilasciata alla rivisita specializzata “L’economia” ha dichiarato come nel 2016 siano state raccolte 960 mila tonnellate di imballaggi e ne siano state riciclate 550 mila. “Il consigliere Porcelli dove pensa siano finite le 410 mila tonnellate mancanti? – si chiede Altissimi – Non si sono certo volatilizzate. Il problema semmai è un altro, ossia che questo materiale, a oggi, non sempre viene trattato con impianti di ultima generazione, come quello di Rida, visto che in Italia sono ancora presenti semplici tritovagliatori. Ecco allora l’importanza degli impianti di trattamento biologico-meccanico che incamerano rifiuti e fanno uscire un prodotto non inquinante in grado di essere avviato a recupero energetico in tutta sicurezza. Anche questi impianti producono infine una minima parte di rifiuto che non può essere che smaltito in discarica che però diventa residuale, seppur necessaria, nel suo ruolo all’interno del ciclo dei rifiuti e se costruita a regola d’arte, cosa che noi avremmo voluto fare, anche sicura per ambiente e cittadini”.