Pena ridotta in appello per Nicola Zaccagni, il 32enne di origine pugliese residente a Campoverde, che nel febbraio 2011, nel corso di una lite per futili motivi davanti il bar ‘La Palma’ di Aprilia, colpì violentemente il suo conterraneo Francesco Montedoro, poi morto qualche giorno dopo in ospedale. Omicidio volontario aggravato, l’accusa per la quale Zaccagni fu condannato a 14 anni di reclusione dal gup di Latina; reato, questo, oggi derubricato in omicidio preterintenzionale dalla I Corte d’assise d’appello di Roma, con riduzione a 10 anni della pena inflitta. Francesco Montedoro morì dopo otto giorni di agonia. Per futili e mai ben chiariti motivi relativi a una donna rumena, fu colpito con calci e pugni da Zaccagni. Cadde in terra battendo violentemente la testa sul cordolo del marciapiede. Soccorso e trasportato in ospedale, le sue condizioni fin da subito apparvero gravissime. Dopo pochi giorni morì Fu la polizia di Aprilia a intervenire presso il bar dove era stata segnalata la presenza di una persona ricoperta di sangue che giaceva a terra. E fu lo stesso Zaccagni a confessare di aver colpito Montedoro, nonché a consegnare ai militari gli indumenti indossati al momento dei fatti, custoditi all’interno della propria abitazione, dove si era recato per cambiarsi immediatamente dopo i fatti. In primo grado, a conclusione del rito abbreviato, fu condannato dal gup di Latina Matilde Campoli a 14 anni di reclusione per omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Oggi, la derubricazione in omicidio preterintenzionale e la riduzione della pena.