“Sembrerebbe proprio che questa nuova emergenza rifiuti nella Regione Lazio non si voglia evitare”. E’ lapidario l’amministratore di Rida Ambiente Fabio Altissimi all’indomani della notizia di un nuovo possibile accordo tra Ama e la giunta di Nicola Zingaretti per l’invio in Puglia dei rifiuti romani, dopo la proroga con la Regione Abbruzzo.
“Sono anni che noi, e il Tar, abbiamo proposto una soluzione alla Regione Lazio che però sembra fare orecchie da mercante. Nel 2016 e lo scorso 24 Aprile il tribunale amministrativo ha risposto favorevolmente al nostro ricorso, chiedendo alla Regione Lazio di indicare una rete integrata e adeguata di discariche così da permettere anche a Rida Ambiente di conferire, nel Lazio, gli scarti di lavorazione, appena il 20% del rifiuto in ingresso – prosegue Altissimi – Questo ci permetterebbe di lavorare ulteriori 150 mila tonnellate all’anno di rifiuti rispetto a quanto facciamo tutt’ora e in pratica di risolvere i deficit romani”.
In due anni però l’immobilismo è stato totale. “La Regione Lazio è rimasta inerme nonostante ci abbia comunicato che delle volumetrie disponibili ci sono e nonostante la delibera 199/2016 preveda l’ampliamento delle discariche esistenti – spiega l’amministratore di Rida Ambiente – Nuovi invasi, anche piccoli e magari limitati al conferimento di materiale inerte derivante dalla lavorazione di un Tbm come il nostro non sono state create. Il nostro progetto Paguro è stato bocciato. Insomma le abbiamo provate tutte per venire incontro alle esigenze dei cittadini e fare impresa in modo corretto e concorrenziale ma non è servito. A oggi sentiamo parlare di tritovagliatori, che non lavorano il rifiuto ma lo sminuzzano e poi gettano in discarica un tal quale che ci è già costato una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea e sentiamo parlare di accordi che potrebbero far aumentare il costo del conferimento di circa 60 euro a tonnellata. La domanda che sorge spontanea è solo una, a oggi senza risposta: perché? Perché la Regione Lazio sembra ostinarsi a non ottemperare all’ordine dei giudici; perché la politica continua a litigare su progetti futuri e non si rende conto della soluzione presente a pochi chilometri dal problema? Perché, soprattutto, alla voce delle istituzioni non si contrappone quella delle opposizioni, che sul tema appaiono quanto mai allineate? Perché, infine, si procrastina da anni uno stallo che di fatto finisce per favorire solo l’oligopolio presente nel nostro territorio nella gestione del sistema dei rifiuti?”.