Il decreto istitutivo dell’Area Marina Protetta di Ventotene e S. Stefano, creata nel 1997 dal Ministero dell’Ambiente, recita chiaramente che, in assenza di un regolamento, è espressamente vietato danneggiare il fondale marino dove vive la Posidonia, una pianta alla base dell’intero ecosistema mediterraneo. Per questo sarebbe stato opportuno creare da subito specifici campi boe per l’ormeggio delle migliaia di imbarcazioni che frequentano l’area in estate, evitando così che le ancore ne distruggano il prezioso fondale. Purtroppo, a distanza di sedici anni, di campi boe e del regolamento di gestione non c’è traccia, complice la tenace opposizione da parte degli ormeggiatori del porto isolano, spalleggiati dal Comune, e l’assenza del Ministero. Nel frattempo cosa ti vanno a pensare i rapaci gestori isolani? Di permettere tranquillamente l’ancoraggio a tutti, ma a patto di pagare. La norma, assolutamente illegittima, è messa in bella mostra sul sito istituzionale della riserva con tanto di prezzi. E per guadagnarci ancora di più anche il semplice transito nelle acque isolane (che non arreca alcun danno all’ecosistema) è a pagamento! Vedere per credere: www.riservaventotene.it.
A. Romano