I carabinieri del comando provinciale di
Latina hanno eseguito 15 provvedimenti di misura cautelare (otto
ordinanze di custodia cautelare in carcere e sette agli arresti
domiciliari), emessi dal gip del Tribunale di Latina Mara Mattioli,
nei confronti di altrettante persone ritenute responsabili, a vario
titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla
turbata libertà degli incanti, reati urbanistici, abuso d’ufficio,
falso ideologico, truffa aggravata, induzione indebita a dare o
promettere utilità e altro.
I provvedimenti sono scaturiti da un’articolata attività d’indagine,
avviata dal nucleo investigativo e coordinata dal sostituto
procuratore di Latina Giuseppe Miliano, a seguito di approfondimenti
relativi a un’interrogazione parlamentare nella quale venivano
ipotizzate presunte irregolarità nella gestione della piscina
comunale.
Fin dai primi accertamenti sono emerse “palesi irregolarità nella
gestione della cosa pubblica da parte dei funzionari comunali” e “le
indagini venivano estese ai settori più rilevanti dell’attività
amministrativa di Latina”. E’ stato accertato, spiegano i carabinieri,
che il “comparto dirigenziale del comune di Latina, per soddisfare gli
interessi privati di alcuni personaggi politici nella gestione delle
strutture sportive, ha avviato una serie di procedimenti
amministrativi in violazione di regolamenti interni e delle regole
basilari che governano il buon andamento della pubblica
amministrazione”.
Tra i vari episodi monitorati i carabinieri segnalano la
gestione della piscina comunale, affidata dal 2008 a una società
dilettantistica, che contrariamente a quanto previsto dal contratto
non aveva mai provveduto al pagamento delle utenze energetiche (spese
sostenute dal comune con conseguente danno erariale quantificabile in
euro 700.000 circa) e non aveva adempiuto al versamento fideiussorio.
Per soddisfare le esigenze della società Latina Calcio, dal 2011 al
2014 sono state realizzate una serie di opere, quali l’ampliamento
dello stadio comunale e il rifacimento di un campo di calcio destinato
agli allenamenti della squadra, utilizzando procedure irregolari e
traendo indebitamente dalle casse comunali oltre 1.200.000 euro. Per
l’ampliamento della Tribuna est dello stadio comunale Francioni il
Comune non solo ha speso 444.000 euro di denaro pubblico, benché tali
lavori, non indispensabili, spettassero alla società concessionaria,
ma ha altresì posto in essere delle violazioni urbanistiche in quanto
l’area in esame era stata dichiarata inedificabile.
Per l’assegnazione di pubblici appalti ci si avvaleva di
un vero e proprio ”sistema” con il quale i funzionari pubblici
comunali favorivano gli imprenditori locali, commettendo reati contro
la pubblica amministrazione, finalizzati a consentire un’illecita
spartizione di ripetuti affidamenti alle stesse ditte di appalti
mediante frazionamenti della spesa. I carabinieri hanno inoltre
documentato come molti degli appalti in questione avrebbero potuto
essere evitati con un corretta programmazione degli interventi,
ignorata per favorire evidentemente le citate società.
Nel settore dell’urbanistica è emerso un altro sistema associativo
finalizzato a far ottenere indebiti vantaggi di natura patrimoniale a
privati o società, composto da politici della decaduta giunta
comunale, funzionari tecnici del Comune di Latina e imprenditori, con
l’apporto di intermediari apparentemente esterni all’amministrazione
ma ad essa funzionalmente collegati.
I carabinieri sottolineano che “era stato architettato un complesso
meccanismo che consentiva la realizzazione, in maniera illecita ed
estremamente redditizia, di costruzioni con artificiosi incrementi di
volumetrie o su particelle espropriate, e quindi di proprietà del
Comune”.