Una legge bavaglio indegna di una democrazia, un colpo fatale all’informazione italiana: la Camera, con una larga e trasversale maggioranza, ha approvato l’emendamento alla legge di delegazione europea che vieta la pubblicazione degli atti giudiziari fino alla chiusura delle indagini preliminari.
Come giornalisti, come sindacato dei giornalisti – oltre che come cittadini – siamo indignati e allarmati: d’ora in avanti non potremo più scrivere di inchieste, indagini, ipotesi di reato fino al passaggio formale in Tribunale. Altro che proibizione di pubblicare le intercettazioni previsto dal decreto Nordio. Qui si è andati ben oltre: il divieto non si limita più a una parte del contenuto delle cronache giudiziarie, ma riguarda direttamente la pubblicazione dell’intera notizia.
Tutto questo è inaccettabile in un Paese che si considera civile e democratico e merita la mobilitazione immediata della categoria che deve scendere in piazza subito, anche con uno sciopero, a difesa della professione e della libertà di informazione. Non possiamo restare immobili senza reagire contro l’attacco alla nostra professione e alla libertà di stampa.
I giornalisti devono mobilitarsi e cercare di coinvolgere tutta la società civile, contestando la deriva della politica italiana che sceglie la censura invece di difendere il diritto costituzionale dei cittadini alla libertà delle notizie e alla trasparenza del racconto dei fatti.
Le Associazioni dei giornalisti di Lombardia, Lazio, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Calabria e Molise, riunite nel gruppo Alleanza per il giornalismo, chiedono alla Federazione Nazionale della Stampa Italiana di proclamare uno sciopero nazionale e l’avvio di una campagna di lotta contro il provvedimento che uccide la cronaca.
Domani 21 dicembre è in programma a Roma la conferenza stampa di fine anno della presidente del Consiglio: quale occasione migliore per annunciare, anche nei fatti, la protesta dei giornalisti italiani? Ricompattiamo la categoria sul principio e sul valore della libertà di stampa. È importante coinvolgere anche tutte le altre categorie, a partire dagli editori, su questo delicato tema e agire insieme a tutela nostra e della tenuta democratica del nostro Paese.
Le Associazioni Regionali della Stampa di Lazio, Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Calabria e Molise
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