“Le nostre preoccupazioni si sono avverate. Non avevamo dubbi sulla malafede sia del presidente Zingaretti che dell’assessore Refrigeri, mandanti della lettera che il 19 gennaio la direzione infrastrutture ha inviato a tutti i commissari della Ater nella quale si evidenzia che gli incarichi dei direttori generali debbano ritenersi cessati decorsi 90 giorni dall’insediamento degli organi commissariali. Noi siamo stati chiari, e per questo abbiamo presentato una diffida alla Corte dei Conti, rivolta a Zingaretti e all’assessore Refrigeri, affinché evitino di prendere scelte che possano generare dei danni erariali alle casse della Regione. Avevamo ricordato i precedenti dell’Ater di Roma, quando con la sospensiva del Tar venivano riconosciute le ragioni del dg Panella (sollevato dall’incarico sempre dallo stesso Zingaretti), a cui è stato riconosciuto un esborso economico, e contemporaneamente costretto l’azienda a pagare anche le prestazioni del nuovo dg Rosi. Abbiamo inoltre ricordato il caso dell’Ater di Civitavecchia, quando ai tempi di Marrazzo è stato licenziato l’ing. Nunzi dal ruolo di direttore generale, al quale il Tribunale del lavoro ha poi riconosciuto circa 650mila euro di indennizzo. Soldi, questi, pagati dai cittadini. Nonostante tanti e tali precedenti, è stata emanata il 19 gennaio questa lettera“. Lo dichiara, in una nota, il Capogruppo di Forza Italia della regione Lazio Antonello Aurigemma. “Lettera che ha resuscitato gli immobili e addormentati Commissari delle ATER che hanno provveduto a defenestrare in poche ore i Direttori Generali sia della provincia di Roma che quello della Provincia di Viterbo – prosegue la nota – E particolare interesse desta l’Ater di Viterbo, dove il solerte commissario, l’Avv. Bianchi, (ex sindaco di Faleria, in quota Pd) non contento di aver defenestrato il Direttore Generale, violando palesemente le più elementari norme di leggi regionali e nazionali, ha pensato bene anche di violare quelle interne dello statuto dell’ATER, andando a nominare come Direttore pro tempore non il dirigente più anziano ma l’ultimo degli assunti all’interno dell’Azienda che non ricopre neanche un incarico Dirigenziale, ma da quadro. E’ palese come nessuno dei dirigenti volesse essere l’esecutore di una determina che ancora non riusciamo a decifrare, visto che con l’ordine di servizio il nuovo direttore pro tempore ricoprirà questo incarico per soli 4 giorni lavorativi fino al 2 febbraio e in questo poco tempo, così come scritto dal Commissario, dovrà non svolgere il ruolo di Direttore Generale ma soltanto far costituire l’azienda come parte civile nel procedimento che il Dott. Gigli ha nei confronti di una ex-dipendente dell’azienda. Disposizione quantomeno singolare visto che dal 13 luglio 2013, giorno di insediamento del Commissario, nessuno aveva mai manifestato questa posizione e che solo oggi, dopo un anno e mezzo, si sia tanto repentinamente cambiato opinione. Sarà forse perché qualcuno ha manifestato qualche perplessità sul fatto che la residenza del Commissario Bianchi, ex Sindaco di Faleria, fosse a Roma e non nella provincia e che questo spostamento costa alle casse regionali circa 120 euro al giorno di rimborso chilometrico, per ogni volta che l’ex Sindaco si reca negli uffici dell’ATER di Viterbo? Si tratta, in parole semplici, di una nomina (quella del direttore generale) a tempo soltanto per uno scopo ben preciso. E’ opportuno ricordare come la nostra contrarietà riguardi il metodo e pone l’attenzione, soprattutto, sulle eventuali ricadute che queste scelte possono generare sulle casse della regione e, quindi, sulle tasche dei cittadini. Memori del caso Panella all’Ater di Roma e di Nunzi a Civitavecchia, non vorremmo che i cittadini debbano pagare le decisioni scriteriate e illogiche dell’amministrazione regionale, e, in questo caso del presidente Zingaretti. Non vorremmo che la nostra diffida di ieri riceva come unica risposta dalla Regione quella di una black list di dirigenti non allineati, da sollevare dall’incarico. Zingaretti non ha compreso un punto fondamentale, ossia che la Regione non è la sua azienda, dove è unico azionista e può fare ciò che vuole. La Regione è una macchina complessa e i cittadini, unici veri azionisti, hanno eletto i propri rappresentanti che lavorano per avere risposte e chiarimenti sugli obiettivi da perseguire. Noi come forza di opposizione abbiamo sempre svolto il nostro ruolo in modo rigido, deciso ma costruttivo, evitando le sterili strumentalizzazioni e l’ostruzionismo a prescindere. Noi vogliamo contribuire per il bene della nostra Regione, ma non vorremmo che il nostro senso di responsabilità venga frainteso come un segno di debolezza. Niente di tutto questo. Noi abbiamo più volte manifestato tutta la nostra contrarietà, sui pronto soccorso al collasso, sulle problematiche del trasporto pubblico, sui tagli al sociale, e contestualmente abbiamo dato prova di serietà contribuendo alla approvazione del bilancio, l’atto più importante del consiglio regionale, nonostante le difficoltà della maggioranza nel presentare l’atto a pochi giorni dalla scadenza. Ora, oltre ad aver assistito a circa due anni di immobilismo, assistiamo a queste scelte assurde e incomprensibili, come quella di mettere al ruolo di direttore generale un addetto stampa. Senza pensare poi al fatto che tali iniziative scriteriate potrebbero generare in futuro dei danni erariali all’ente. Proprio per questo, vista la sordità dell’amministrazione regionale, in primis Zingaretti, di fronte alle nostre richieste di chiarimento, saremo costretti a rivolgerci alle autorità competenti, per ricevere quelle risposte che ad oggi la politica di Zingaretti continua a non dare nascondendo la testa sotto la sabbia“.