Il sottosegretario alle Infrastrutture Tullio Ferrante ha risposto ad alcune domande su modalità e tempistiche formulate in Commissione Ambiente della Camera dei deputati dalla parlamentare del Movimento Cinque Stelle, Ilaria Fontana. E dalle risposte si capisce che per l’opera pubblica – al secolo autostrada Roma-Latina – c’è ancora tanto da aspettare. Una situazione non nuova, nonostante gli annunci che si sono reiterati negli anni da più forze politiche e a più livelli: sia locale che regionale che nazionale.
Poi, l’ennesima spiegazione che fa capire che, in sostanza, non si è fatto niente. “È in corso una ricognizione del territorio per valutare una sua evoluzione e per verificare che non vi siano state modifiche che possano interferire con l’opera. Tale indagine è stata effettuata sovrapponendo il progetto del 2010 con rilievi fotografici aerei. Per completare il quadro della ricostruzione dello stato attuale si sta procedendo attraverso la trasposizione su tavole georeferenziate delle principali prescrizioni e raccomandazioni delle delibere approvative del Cipe e dei vincoli archeologici, paesaggistici e ambientali”.
Non solo perché è “è in corso la fase di rilievo topografico per la redazione della progettazione esecutiva, nonché per le necessarie attività di esproprio”.
Dopodiché, ha aggiunto Ferrante verrà “completata la contestualizzazione e la fotografia dello stato attuale dell’infrastruttura che consentirà di individuare eventuali criticità nonché di pianificare la suddivisione in lotti, funzionale alla realizzazione dell’opera. Informo, inoltre, che è stato avviato un confronto con il territorio, attraverso incontri con le amministrazioni locali, le organizzazioni sindacali e imprenditoriali e i comitati dei cittadini. Le risultanze di queste attività saranno oggetto della dettagliata relazione annuale che il Commissario trasmetterà entro il prossimo 30 novembre”.
E alla fine di queste attività, il documento “sarà accompagnato dal cronoprogramma sullo stato di avanzamento delle attività e delle procedure di esproprio”.