«Sul tema del Biogas c’è una questione politica che dovrebbe essere il punto di partenza per bloccare
la realizzazione di qualsiasi altro impianto a biometano nel Lazio: l’impiantistica esistente è già
superiore al fabbisogno di smaltimento di rifiuti organici sia provinciale che regionale. Ma c’è di più:
gli impianti esistenti nel Lazio non lavorano con i nostri rifiuti organici, che vengono invece inviati a
impianti fuori regione perché magari più vantaggiosi economicamente». Lo segnala il capogruppo del
M5S in Consiglio comunale, Maria Grazia Ciolfi, spiegando che la questione è stata sollevata dal
consigliere regionale Adriano Zuccalà nell’ambito di una commissione regionale relativa ai
procedimenti di infrazione europei sui rifiuti.
«Una questione – sottolinea la consigliera – che pone un’iniquità di trattamento dei rifiuti tra
l’indifferenziato, su cui la Regione dà precise indicazioni riguardo ai siti di smaltimento, e il Forsu
che viene smaltito fuori regione, mentre nella regione continuano a proliferare impianti su cui
confluiscono rifiuti dall’esterno. Una situazione aberrante su cui occorre intervenire con urgenza
anche a fronte del fatto che, grazie agli incentivi del PNRR, si è avuta un’enorme diffusione di questo
tipo di investimenti pure se non necessari».
«È così che in un’area di pochi chilometri a ridosso dell’Appia – continua Ciolfi – saranno concentrati
ben 4 impianti di biogas a tutti gli effetti solo per interessi privati: Borgo Carso, Cisterna, quello di
prossima apertura a Latina Scalo e quello annunciato a Pontinia presso l’ex Miralanza. È necessario
chiudere il ciclo dei rifiuti localmente e utilizzare la produzione del compost già in essere prima di
costruire nuovi impianti con relativi disagi per i residenti e, soprattutto, la provincia di Latina ha già
dato in questi termini».
«La questione del Biogas è riuscita a far muovere in maniera compatta le forze politiche al fianco dei
residenti. È importante lavorare sinergicamente non solo alla realizzazione di un regolamento
comunale che consenta all’amministrazione un adeguato controllo dell’impiantistica per le
rinnovabili, ma anche nell’immediato, in assenza di regolamento, richiedendo ogni approfondimento
utile a valutare l’impatto sull’ambiente, la sicurezza e la salute pubblica». Ciolfi sollecita un riscontro
all’accesso agli atti presentato sull’argomento 25 giorni fa, così come il mancato riscontro all’accesso
agli atti dei residenti. «Un ritardo di 10 giorni secondo le norme regolamentarie dell’ente. Sono certa
ci siano motivi validi, ma un’ulteriore dilatazione dei tempi causerebbe un limite all’esercizio del
mio mandato di consigliera comunale. Le posizioni politiche e le azioni che ne derivano necessitano
di essere sostanziate da un’esatta conoscenza dei dati».
Oltre al lavoro di squadra Ciolfi ritiene necessario valutare tutte le istanze avanzate dai residenti del
Borgo nel corso dell’ultima commissione tenuta sul posto. «Insieme alla questione della viabilità, i
residenti hanno sollevato dubbi legittimi rispetto alla vicinanza ai cavi dell’alta tensione a rischio
incendio, ai canali di bonifica per rischio esondazione, alla presenza del Centro diurno comunale per
persone con disabilità e al pericolo rappresentato dal transito dei mezzi pesanti. Ancora, la presenza
di colture di pregio, la qualità dell’ambiente, dell’aria, dell’acqua e la qualità della vita delle oltre 50
famiglie che vivono a Casal delle Palme. Non ultimo, l’opportunità di richiedere il parere
dell’Aeronautica Militare, data la vicinanza con l’Aeroporto Militare “Enrico Comani”, per escludere
l’ipotesi di ostacoli alla navigazione, a interferenze elettromagnetiche o di altra natura della scuola di
volo».
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