Mentre ascoltavo il comizio elettorale dell’altro giorno a Borgo Hermada pensavo al disastro culturale, sociale e amministrativo che ha distrutto il borgo in questi anni.
Un controllo “manu militari” del voto, con pacchetti di voto difesi con il coltello in bocca, con manifesti elettorali delle forze politiche di opposizione imbrattati, con racconti da bar nei quali vengono raccontate enormi frottole, come quella che un portaborse di un europarlamentare eredita ipso facto l’immunita’ dai reati per i quali invece e’ gia’ a processo e con molta probabilita” andra’ anche a nuovi processi.
Un Borgo privo di servizi di base come un Ufficio Comunale per l’Anagrafe, privo di un Presidio medico per garantire la salute dei bambini e degli anziani, privo di un posto fisso e mobile di Polizia locale, Polizia di Stato o Carabinieri, privo di uno spazio di aggregazione per i giovani, privo di una Scuola aperta tutto il giorno con una mediateca che possa fungere da centro culturale e di inclusione sociale ed etnica(nonostante i grandi sforzi di chi la dirige). Unico esempio virtuoso un bel Centro Anziani.
Un Borgo centrale per lo sviluppo agricolo che ha uno Sportello Regionale Agricoltura che non sappiamo bene su quali indicatori di performance venga valutato. E che sembra una cattedrale nel deserto.
Un Borgo dove i nostri fratelli indiani e cinesi sono lasciati ai margini, ammassati in una “Calcutta” nostrana, con gravi episodi di violenza domestica e risse tra ubriachi o drogati. Un piccolo Far West dove nessun controllo viene esercitato, soprattutto di notte.
Un Borgo dove i nostri fratelli indiani vengono spinti tra le braccia dei loro caporali forse collusi con il Sistema, chiudendo un occhio sullo sfruttamento per favorire le imprese agricole, importanti bacini di voti per la destra nostrana.
Un Borgo dove i rifiuti ingombranti – materassi e frigoriferi- vengono lasciati per strada per mesi mentre la Isola Ecologica pomposamente inaugurata anni fa e dedicata ad un fascistissimo “eroe dell’ambiente” e’ aperta ad intermittenza e stenta a diventare il riferimento delle buone pratiche di smaltimento e riuso.
Un Borgo dove un esercizio commerciale non fa mettere i facsimile di una forza di opposizione accanto ad altri facsimile ribadendo che “qui decido io”.
Un Borgo dove il suo “Re” NONOSTANTE IL TRIBUNALE DEL RIESAME ABBIA CONFERMATO DEFINITIVAMENTE DOPO IL RINVIO DELLA CASSAZIONE LA GIUSTEZZA DEI SUOI TRE LUNGHI MESI DI ARRESTI DOMICILIARI CONFERMANDO CHE: “ricorrono gravi indizi di colpevolezza per il reato di turbata libertà di scelta del contraente e che lo stesso ha dimostrato una allarmante e inequivocabile propensione allo sfruttamento del ruolo pubblico per fini di vantaggio personale” continua a ricoprire delicati incarichi elettorali per conto della “verginella” Meloni e girare per il Borgo.
Un Borgo dove il Re e i suoi principi controllano tutto seduti alla plancia di un bar o pattugliando in macchina come una polizia speciale in modo che nessuno possa fiatare.
Un Borgo dove la pista ciclabile che la collega a Badino e quindi al mare e’ priva di illuminazione e sicurezza di percorso.
Un Borgo dove si e””rinunciato a tutto pur di avere un enorme stadio, iperfinanziato come ci ricorda la vicenda gemella del Latina Calcio (con piu’ di un processo penale in corso), dirottando tutte le risorse economiche e i finanziamenti, come se lo stadio e la squadra di calcio fosse il fulcro del benessere del Borgo.
Un Borgo dove le persone hanno paura di farsi vedere in piazza perche’ temono ritorsioni e ce lo dicono.
Ma davvero vogliamo consegnare di nuovo la citta’ a questa gente?
Anna Giannetti
Europa Verde Terracina
I commenti non sono chiusi.