“Oramai è un classico per il Pd, i suoi componenti preferiscono esaltare le pagliuzze negli occhi degli altri anziché le travi nei propri. Dopo la scandalosa difesa di un Sindaco che preferisce giocare a scopa in Aula piuttosto che ascoltare lavoratori che rischiano di perdere il loro posto di lavoro, oggi tocca alla difesa d’ufficio di una collega che ha trascorso la mezz’ora in cui ho parlato della proposta di delibera di urbanistica sulle linee guida e i criteri di indirizzo per l’attuazione delle disposizioni relative agli ‘usi temporanei’ delle aree urbane degradate, cercando di dare utili suggerimenti per migliorarla, a dialogare tra gli scranni della Giunta con l’assessore Veloccia. Anziché stigmatizzare l’atteggiamento contrario alle regole dell’Aula Giulio Cesare, che prevedono silenzio e attenzione durante gli interventi dei consiglieri, e in questo caso del sottoscritto, i colleghi del Pd hanno innescato una polemica ‘linguistica’, facendosi notare ancora una volta per la loro totale incapacità ad entrare nel merito delle delibere e degli interventi, in particolar modo in materia urbanistica. A loro, che si sono dimostrati tra l’altro scarsi conoscitori della lingua italiana, ricordo che alla parola ‘avvenente’ corrispondono le seguenti definizioni: ‘bello con garbo’, ‘leggiadro’, ‘grazioso’. Altro che volgarità! I piddini prima dei loro interventi isterici dovrebbero studiare, se non l’urbanistica, almeno il vocabolario Zingarelli” dichiara in una nota Marco Di Stefano, capogruppo Udc-Fi in Assemblea Capitolina, a margine della polemica scoppiata oggi in Aula.
“State sereni in assenza di argomenti” questo l’invito del consigliere Di Stefano ai colleghi del Partito democratico, “e seguite la collega Melito, l’unica che studia e che dà un contributo al dibattito urbanistico della città con competenza”.
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