In Italia, allo stato attuale, non c’è una legge nazionale sviluppata per la tutela della figura dei caregiver. Sono state fatte solamente delle leggi regionali che, però, non sono dotate di finanziamenti adeguati. Non veniamo riconosciuti ufficialmente al livello previdenziale e, determinati tipi di assistenza, sono lasciati esclusivamente a questa figura, permettendo allo Stato, in maniera sbagliata, di non investire risorse consone nel settore. Spesso, il genitore caregiver lavoratore è costretto a lasciare il proprio impego per dedicarsi alla cura di un congiunto con massimo amore ma con altrettanta grande fatica. Invece, qualora il caregiver riesca a svolgere la propria professione, l’organizzazione della quotidianità diventa complicata e, annullando gradualmente ogni spazio per la vita sociale, sul lungo periodo, diventa estremamente faticoso. Questo è il motivo per cui, la maggior parte dei caregiver lavoratori, a un certo punto, scelgono di stare con il proprio congiunto. Purtroppo, su questo versante, non c’è libertà di scelta a causa della carenza dei servizi e per la difficoltà insita nella quotidianità. È una condizione devastante.
La prima cosa da fare per migliorare la situazione è quella di permettere l’armonizzazione tra esigenze di cura e vita lavorativa per i caregiver è un’apposita legge nazionale che li tuteli e riconosca ufficialmente il loro lavoro di assistenza. Il secondo aspetto da sottolineare è che, un genitore, può essere un caregiver ma non lo deve essere obbligatoriamente. Ognuno deve poter scegliere cosa fare nella propria vita. Non possiamo diventare infermieri, riabilitatori o psicologi perché non ne abbiamo le competenze e, qualora le avessimo, dovrebbe essere una nostra scelta, senza essere obbligati. Lo Stato deve metterci nelle condizioni consone per poter lavorare, se lo desideriamo e altrettanto di fare il caregiver. Bisogna però avere la facoltà di libera scelta, attraverso misure e finanziamenti adeguati come, ad esempio, una figura sostitutiva del caregiver in caso di necessità o impedimenti. È necessario agire in fretta perché, ad oggi, la popolazione che regge questo sistema di welfare, è in seria difficoltà e, prima o poi, non ce la farà più a sostenerlo.
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