“Spero che in futuro chi assumerà le mie responsabilità possa trovarsi nelle condizioni di ricomprare gli alloggi già realizzati dalle cooperative e dai consorzi edilizi, per consentirne l’acquisto agli attuali inquilini con il mutuo sociale. In questo modo, gli inquilini stessi non pagheranno più del 20% del proprio reddito“. Ad affermarlo l’assessore regionale alla Casa Teodoro Buontempo, a margine della conferenza stampa sulla vicenda delle cooperative e dei consorzi edilizi che hanno costruito case date poi in affitto a canoni gonfiati e che, in parte, sono state sequestrate nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza, ipotizzando una truffa allo Stato e agli inquilini.
“Per il momento – ha sottolineato Buontempo – per arginare e bloccare la mala gestione dell’edilizia pubblica da parte delle cooperative e delle imprese costruttrici, che la magistratura ha fatto emergere anche grazie al lavoro svolto dalla Regione Lazio, il mio Assessorato istituirà nei prossimi giorni uno Sportello dei consumatori che avrà lo scopo di acquisire le segnalazioni pervenute dai cittadini truffati, catalogare i casi segnalati ed eventualmente inviare la documentazione alla Procura. Entro una settimana, inoltre – ha detto ancora – sarà pubblicato on-line l’elenco di tutte le cooperative e imprese che hanno ricevuto finanziamenti dalla Regione per interventi di edilizia agevolata. Sarà anche pubblicato l’ammontare del finanziamento in valore assoluto e la percentuale di detto finanziamento sul costo di costruzione. La Commissione che abbiamo costituito per fare chiarezza nel settore dell’edilizia agevolata diventerà un organo permanente di controllo e verifica delle procedure. Nel caso ci fosse uno sviluppo processuale e fossero confermate le ipotesi di reato contestate dai magistrati, la Regione Lazio si costituirà parte civile, in quanto parte offesa, e richiederà la restituzione delle somme erogate per restituirle a sua volta alle migliaia di cittadini truffati, evitando loro di affidare singolarmente incarichi a legali di propria fiducia – conclude – fermo restando la libertà di costituirsi essi stessi parte civile“.