Bruno Vespa replica con una nota sulla vicenda della sua villa di Ponza, per la quale, secondo quanto riferisce oggi il Corriere della Sera, è indagato per abuso edilizio e violazione dei vincoli paesaggistici. “Il sequestro di Ponza si riferisce a un cunicolo di aerazione (così è scritto anche nel provvedimento) scavato nella montagna che incombe sulla casa e largamente pre-esistente al momento del mio acquisto alla fine degli anni Novanta – scrive il giornalista -. Questo cunicolo non è collegato, né è in alcun modo collegabile alla mia abitazione trovandosi all’interno della montagna che incombe sull’abitazione stessa” “Come è già stato documentato al magistrato, nella primavera del 2007 abbiamo messo in sicurezza la montagna che stava progressivamente tracimando prima con la realizzazione di un muro di sostegno (debitamente autorizzato) – afferma ancora Vespa – e al tempo stesso con l’imbracatura in centine di acciaio che hanno prodotto l’allargamento del cunicolo di un metro e l’abbassamento in misura almeno pari. Tutto questo è agli atti con foto in data certa, contratti, fatture, dichiarazioni di progettista e impresa” “Nel progetto che io ho consegnato al magistrato era scritto che il cunicolo era già stato predisposto per allacci elettrici e idrici, ma mai si è immaginato di trasformare il locale in ambienti abitativi – prosegue la nota – La divisione del cunicolo in tre parti nasce da esigenze precise. Un piccolo ripostiglio aperto contiene gli attrezzi di giardinaggio, gli altri due sono destinati il primo al ricovero dei mobili da esterno usati durante l’estate – come ha potuto verificare la Guardia Forestale durante l’ispezione – e il secondo con il proposito di custodire il vino. Entrambi restano chiusi a chiave. Era stato anche predisposto un locale di un metro e mezzo quadrato per ospitare un lavabo peraltro non installato” “In ogni caso – conclude Vespa – come già comunicato alla procura di Latina prima dell’adozione del provvedimento, mi ero dichiarato disposto a ripristinare immediatamente le dimensioni preesistenti, lasciando naturalmente integra l’armatura in acciaio che è stata necessaria per arginare lo smottamento della roccia”.