“L’organo dell’accusa ha fornito l’evidenza positiva del fatto” che Ignazio Marino ha “utilizzato la carta di credito per spese voluttuarie al solo fine di soddisfare bisogni personali”. Lo scrive la procura di Roma nell’atto di impugnazione della sentenza che ha assolto l’ex sindaco, il 7 ottobre scorso, dalle accuse di peculato, truffa e falso nell’ambito del processo sul caso scontrini (56 cene pagate con carta di credito dell’amministrazione) e le consulenze della Onlus Imagine.