L’Ugl Latina è pronta alla grande mobilitazione davanti la sede del tribunale pontino assieme alle centinaia di lavoratori in attesa, da troppo tempo, di vedersi riconosciuti i propri diritti. La sezione lavoro del tribunale di Latina è in grave difficoltà perché annovera, ad oggi, soltanto un magistrato togato rispetto ai cinque che operavano fino a due anni fa. Inevitabilmente sono state moltissime le cause sospese e rinviate a data da destinarsi o affidate a giudici ordinari, i quali, però, non possono svolgere attività istruttoria. Una situazione imbarazzante che nega la certezza del giudizio e non rispetta la legge “Fornero” che impone di arrivare alla sentenza nell’arco dei 365 giorni, mentre a Latina occorrono quattro anni. L’ultimo esempio di quanto sta accadendo è avvenuto qualche giorno fa: “Abbiamo circa 80 decreti ingiuntivi – spiega il segretario UGL Latina Giuseppe Giaccherini – le cui cause andavano chiuse lo scorso 21 Novembre. Il giudice si era impegnato a sentenziare di lì a poco ma è stato trasferito in un’altra città proprio qualche giorno prima. Questo ha comportato l’ennesima sospensione e un ritardo di altri mesi. In questo modo i lavoratori stanno perdendo la fiducia nella magistratura e nel sindacato mentre gli imprenditori approfittano delle lungaggini della giustizia per continuare a fare i propri comodi. Ci sono pratiche per un valore di 800 mila euro bloccate e noi, come organizzazione sindacale, non siamo disposti a restare con le mani in mano. Siamo di fronte alla negazione del diritto dei lavoratori, i quali, esausti, troppo spesso accettano verbali conciliativi, puntualmente a loro sfavore, pur di non attendere oltre una giustizia che tarda ad arrivare”. L’UGL, dunque, è pronta a scendere in piazza: “Stiamo coinvolgendo i lavoratori delle aziende dell’agro pontino che vogliono fare sentire la loro voce – riferisce Giaccherini – e allo studio ci sono, oltre al sit-in davanti il tribunale, anche altre possibili eclatanti azioni da mettere in atto come il blocco della S.S 148, per tutelare le maestranze in difficoltà che sono in balìa degli imprenditori. Altro dato preoccupante – conclude il segretario UGL – è la non emissione di decreti ingiuntivi, i quali se non accompagnati da certificazioni del credito vengono puntualmente respinti. Peccato però che per la maggior parte dei casi non è possibile certificare il credito poiché i lavoratori non hanno neppure la busta paga”.