Prosegue il cammino dell’amministrazione comunale finalizzato all’avvio di progetti e azioni concrete, in grado di tutelare e rivitalizzare i propri beni monumentali.
L’idea di riutilizzo questa volta coinvolge la casa “Torre degli Azzi” di via Santi Quattro, nel centro storico alto della città, nei cui locali la Giunta ha deciso di porre il “Centro della cultura popolare terracinese”.
E’ un indirizzo politico e amministrativo preciso, quello dell’amministrazione guidata dal sindaco Nicola Procaccini, che tende anche al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo culturale e al potenziamento dell’offerta turistica.
Cammino che procede di pari passo con il coinvolgimento di soggetti esterni all’Ente, pubblici o privati, cui è demandata l’organizzazione di attività progettuali e laboratori sui temi della promozione, della conoscenza, recupero e diffusione della cultura popolare nei suoi molteplici aspetti.
“La proposta progettuale – afferma il sindaco Nicola Procaccini – risponde alle esigenze dell’amministrazione perché recupera la memoria storica, il riuso di un edificio storico di pregio, valorizza il contesto urbano circostante e si configura quale volano per lo sviluppo culturale della città.
All’interno della casa torre troveranno un adeguato spazio iniziative che prevedono laboratori didattici organizzati con il concorso di tutte le forze culturali del territorio, che andranno a configurare la custodia della memoria attorno alla quale far convergere i programmi di recupero e promozione della identità culturale locale”.
Nell’ambito del disciplinare, che presto sarà sottoscritto dalle associazioni aderenti all’iniziativa, si è previsto di destinare il piano terra della casa torre alle periodiche esposizioni di eventi culturali a valenza promozionale, conoscitiva della storia e delle tradizioni locali, patrocinate o proposte dal Comune.
Ai piani superiori saranno invece poste le sezioni dedicate a: laboratorio linguistico del dialetto, al mondo del lavoro e dei modi di vivere della collina, del mondo agricolo, della pesca e dell’ex palude, con annessa documentazione sui mestieri scomparsi.
E ancora: il mondo scomparso dei bambini, i giochi, le filastrocche, le favole e il ruolo dell’infanzia nella famiglia e nella società, le feste popolari con la riscoperta dei valori sociali in esse contenuti ed anche, a proposito delle festività religiose, il riconoscimento degli aspetti civili della “pietas” popolare che affiancava agli aspetti devozionali e rituali, riscoperta e divulgazione della musica popolare del territorio cedendo spazi ai laboratori musicali e ai gruppi folcloristici, anche multietnici.
Infine, la memoria attraverso le immagini, con la realizzazione di un deposito iconografico, documentario e multimediale.
Le associazioni assegnatarie degli spazi all’interno del “Centro della cultura popolare terracinese” dovranno assicurare, a titolo gratuito, la fruizione pubblica del bene monumentale e la divulgazione del loro lavoro.
Sono infine obbligate a garantire la pulizia dei locali assegnati, il pagamento della fornitura di tutte le utenze attivate e il sostenimento delle spese di manutenzione ordinaria dei locali.
Dalla data di sottoscrizione del disciplinare di assegnazione, la convenzione sarà valida per tre anni, rinnovabile alla scadenza.